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Riparata la buca al cavalcavia

Soluzione tampone a Jesi per lo squarcio sul manto stradale di via Gramsci che aveva fatto affiorare anche la barra metallica sottostante l'asfalto e fatto il giro dei social. Resta la necessità della manutenzione straordinaria del cavalcavia

JESI – E’ stata “tappata” nel primo pomeriggio la buca che si era aperta sul manto stradale di via Gramsci, all’altezza del ponte che scavalca il viale della Vittoria, facendo affiorare alla vista la barra metallica sottostante l’asfalto. Una immagine che aveva fatto intorno all’ora di pranzo il giro dei social e suscitato un certo allarme, ridimensionato dalla vista della soluzione tampone messa in opera dagli operai del Comune. Non c’è stata necessità di fermare la circolazione, resta per ora il divieto di sosta nei posteggi all’altezza della buca.

L’immagine circolata sui social dello squarcio su via Gramsci che aveva destato allarme.

La foto aveva destato attenzione alla luce del fatto che della necessità di manutenzione straordinaria del cavalcavia di viale della Vittoria si parla da un po’. L’opera è stata a più riprese inserita con codice di priorità massima nel Piano delle opere pubbliche, prevedendo uno stanziamento di 150 mila euro. Negli anni passati, dopo la caduta di pezzi di intonaco dal solaio sottostante le arcate del ponte su viale della Vittoria e l’installazione di reti di protezione, vi erano stati una prima campagna di indagine nel luglio 2014 e poi nuovi sondaggi sulla struttura nel marzo 2016, perforandone proprio la parte superiore da via Gramsci.

Riguardo lo stato di conservazione del cavalcavia, «è meno preoccupante del previsto»  aveva riferito il Comune. I tecnici avevano comunque evidenziato la «necessità di interventi di manutenzione tesi ad allontanare le acque dalla struttura portante, nonché azioni di rinforzo della struttura orizzontale per l’adeguamento alle norme. Solo interventi manutentivi, invece, per i sostegni verticali».

Per rinforzare il cavalcavia, al di là delle buche sul manto di via Gramsci, servono lamine di fibra di carbonio. Le norme prevedono la possibilità di progettare la struttura per due distinte categorie di carico: la prima, più gravosa, per il passaggio di tutti i mezzi, comprese le colonne militari; la seconda per tutti i mezzi ma con l’eccezione, nel caso di specie, dell’autoscala dei Vigili del Fuoco con sbraccio in azione. Il cavalcavia è stato identificato come ponte di seconda categoria, alla luce di due constatazioni: «Nelle immediate vicinanze non esistono strutture strategiche soggette a costante controllo dei vigili del fuoco che potrebbero comportare una elevata probabilità di intervento con mezzi particolarmente pesanti. Ed esistono, in ogni modo, collegamenti alternativi tra le due sponde del ponte tali da non renderlo indispensabile nel caso in cui i mezzi particolarmente pesanti dovessero obbligatoriamente avvicinarsi alla zona».

Classificazione che permetterebbe di puntare su di un intervento meno costoso e più rapido: non travature d’acciaio da accoppiare alle travi che sorreggono l’impalcato del ponte ma «l’inserimento di lamine di fibra di carbonio, che hanno costi di acquisto e di posa in opera decisamente più contenuti e che comportano una velocità di intervento molto più elevata».

Soluzione tampone per la buca al cavalcavia.

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