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Sughero, non solo tappi ma anche fashion. L’idea della Sace di Fermo

In un panorama economico regionale sempre più incerto, ecco una storia di ingegno imprenditoriale e di economia circolare con l'azienda che lancia una nuova linea di tessuti naturali

FERMO – In un panorama economico, quello delle Marche, sempre più contrassegnato dall’incertezza, le storie di ingegno e di inventiva imprenditoriale sono un invito a non mollare. Una di queste storie parla di sughero, tra i materiali naturali più versatili, che per le ottime caratteristiche isolanti e di flessibilità non è solo destinato a diventare tappo di bottiglie, ma ha tanti impieghi, nella bioedilizia, nell’efficientamento energetico, nei semilavorati industriali, nell’arredamento, nelle calzature.

Il sughero deriva da un particolare tipo di quercia, la Quercus Suber, l’unico albero la cui corteccia si rigenera dopo ogni raccolta e per questa e numerose altre qualità costituisce un virtuoso esempio di economia circolare, e c’è una ditta, di Fermo, che su questo materiale ha costruito non solo la propria attività, ma un vero e proprio manifesto di sostenibilità, “Io sughero”, «a sostegno del materiale che con orgoglio utilizziamo e promuoviamo da anni», spiega l’amministratore delegato Sandro Serena.

«Attraverso una ricerca continua e con la passione che ci caratterizza, vogliamo renderci ambasciatori del suo fondamentale ruolo all’interno dell’economia circolare. Tutti gli scarti del sughero, infatti, generano altri prodotti o diventano parte integrante in diversi processi di produzione. Può essere riutilizzato al 100% ed essere reimpiegato in infinite applicazioni, una qualità unica e in linea con la sempre maggiore consapevolezza ecologica della società».

Il sughero proviene dalla corteccia esterna della sughera, che cresce principalmente nella regione Mediterranea

L’azienda marchigiana, da 40 anni sul mercato e attualmente leader nel suo settore, è specializzata nel commercio e produzione di semilavorati in sughero per bioedilizia, moda, imbarcazioni, arredamento e semilavorati industriali. E’ stata viene fondata nel 1977 grazie all’intuizione di utilizzare la granina di sughero di recupero per la realizzazione dei fondi e zeppe per calzature, iniziando a cogliere le potenzialità di questo materiale e il suo possibile riutilizzo in vari ambiti. Nel corso degli anni ha iniziato a produrre e commercializzare questo materiale come isolante termico naturale, e poi a sperimentarne l’uso in altri settori, dall’arredamento alle applicazioni nell’industria nautica, alla moda.

Gloria Capriotti,
Owner and R&D Director di SACE Components

All’interno della divisione Fashion&Style la Sate ha creato in questi mesi uno dei suoi prodotti più innovativi e glamour, la linea CorkSkin di tessuti naturali in sughero, da utilizzare nei settori della pelletteria, calzature e accessori. Un materiale studiato per creare un richiamo visivo e tattile alla sinuosità della pelle, grazie a una texture dalla morbidezza unica, ma a differenza della pelle è vegetale e super-ecologico.

La linea CorkSkin ha diverse versioni, alcune ispirate alle pelli rare di ispirazione esotica, altre impreziosite da stampe a rilievo, altre verniciate con colori cangianti, metallici e opachi. C’è anche la versione “Touch”, dove il tessuto in sughero naturale si sposa alla microfibra.

«Attraverso CorkSkin e le altre proposte per il settore fashion, ci proponiamo come azienda all’avanguardia nel campo della moda, svelando il fascino estetico e creativo che anche le sperimentazioni sostenibili possono offrire in termini di originalità delle nuove creazioni da indossare», commenta Gloria Capriotti, Owner and R&D Director di SACE Components. «È un esempio di come l’innovazione può contribuire al rinnovamento di un intero settore, spingendolo a reinventarsi e trovare soluzioni sempre nuove, senza rinunciare alla qualità dei tessuti e al loro design».