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Processo banda spray, imputato chiede di parlare: «Voglio pagare per i furti ma non per i morti che non ho fatto»

Così Andrea Cavallari oggi ha rilasciato dichiarazioni spontanee durante la Corte di Assise di Appello per la strage di Corinaldo

Lanterna Azzurra di Corinaldo
La Lanterna azzurra di Corinaldo

ANCONA – Chiede scusa ma precisa che lui è responsabile solo dei furti di quella maledetta notte. «Anche se i miei difensori mi hanno sconsigliato di parlare non riesco a non rivolgermi ancora una volta a voi, lo faccio per ciascun membro di questa Corte, per il presidente, per ciascun avvocato delle parti civili, per i familiari delle vittime. Nella vita io ho commesso numerosi errori, ho fatto tanti furti, ne sono consapevole, ma voglio pagare solo per quello che ho fatto».

Così Andrea Cavallari, uno dei sei imputati per la strage di Corinaldo, accusato di essere tra i membri della banda dello spray al peperoncino, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, questa mattina durante il processo in Corte di Assise di Appello, ad Ancona. Come gli altri cinque della banda è accusato di omicidio preterintenzionale, lesioni personali anche gravi, furti e rapine. C’era anche lui la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 alla Lanterna, quando morirono schiacciati da una folla in fuga cinque minorenni e una mamma. Nel locale si era diffusa una sostanza urticante, per lo spruzzo di uno spray al peperoncino servito a stordire le vittime da rapinare in discoteca.

L’imputato era collegato dal carcere di Bologna e ha parlato tramite la piattaforma video prevista per la normativa anti Covid. Dal monitor ha ribadito che non c’entra nulla «con i morti di quella sciagurata disgrazia – ha detto il 23enne, che ora è iscritto anche all’università, Giurisprudenza, dove ha superato già diversi esami – griderò la mia estraneità fino a quando avrò voce. Vi scongiuro di valutare con obiettività». 

Cavallari ha reso dichiarazioni spontanee al termine delle prime tre arringhe difensive che hanno visto parlare in aula gli avvocati suoi e di altri due imputati, Moez Akari e Souhaib Haddada. Tutte le difese hanno chiesto la riformulazione della sentenza e il rigetto dell’appello della Procura generale sul riconoscimento del reato associativo escluso in primo grado. Gli imputati sono stati già condannati in abbreviato a pene che vanno dai 12 ai 10 anni di reclusione. L’udienza di appello continuerà il 10 marzo prossimo per le arringhe delle difese degli altri tre imputati, Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone e Badr Amouiyah, sempre membri della banda dello spray. La sentenza di secondo grado dovrebbe arrivare a fine marzo.

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