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Spiaggia libera agli stabilimenti balneari, Pd Senigallia: «È discriminatorio»

L’ex assessora Chantal Bomprezzi: «La maggioranza discrimina bagnanti e imprenditori, per questo l’anno scorso non avevamo riconosciuto questa possibilità»

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La spiaggia di velluto di Senigallia affollata di bagnanti

SENIGALLIA – La decisione della giunta Olivetti di concedere fasce di spiaggia libera ad alcune concessioni balneari per potersi estendere non va giù ai consiglieri dem. Dopo l’intervento di Romano e Giuliani, anche l’ex assessore Chantal Bomprezzi critica il provvedimento che rischia di fare figli e figliastri in un periodo di difficoltà che invece tocca tutti. Ma è pronta la replica dell’assessore senigalliese allo Sviluppo economico Alan Canestrari che parla di polemica sterile.

«Anzitutto, trovo la misura estremamente discriminatoria verso gli altri operatori balneari che non hanno la medesima “fortuna” di confinare con dei tratti di spiaggia libera (e sono la maggior parte) – spiega la consigliera comunale Pd di Senigallia -. In secondo luogo, si sottrae spazio a chi (magari per scelta, magari per necessità) si trova ad andare al mare nella spiaggia libera». 

Secondo Chantal Bomprezzi, soprattutto di questi tempi, «è fondamentale avere un’attenzione particolare nel garantire la gratuità di accesso alle spiagge», proprio per non risultare discriminatori nell’utilizzo di un bene pubblico che, in quanto tale, dovrebbe essere di tutti. «Questo ragionamento ci aveva portato come giunta (Mangialardi, ndr) l’anno scorso a non riconoscere questa possibilità, e si era rivelata opportuna e condivisa». Quindi quella scelta della squadra Olivetti si configura come «una doppia discriminazione: verso i colleghi imprenditori balneari, e verso i bagnanti. Questa amministrazione – è l’affondo politico – sta dimostrando ancora una volta di preferire soluzioni semplicistiche a problemi complessi, senza pensare alle conseguenze».

Ai consiglieri del Pd senigalliese Dario Romano, Ludovica Giuliani e Chantal Bomprezzi, che chiedono azioni non di facciata ma concrete per superare il momento di crisi legato alla pandemia e rilanciare la città, ha replicato l’assessore allo Sviluppo economico Alan Canestrari. «Innanzitutto si tratta di un’opportunità concessa dalla Regione Marche che noi abbiamo modificato individuando un limite massimo di 12 mt per ogni stabilimento: ciascuna concessione non potrà superare la misura del 20% del tratto di spiaggia libera confinante e comunque solo su un lato. Quegli stabilimenti che hanno la spiaggia libera sia a destra che a sinistra, potranno quindi sfruttare un solo lato per estendersi».

«Ma voglio aggiungere che è una polemica ridicola, sterile, quella sollevata dall’opposizione, perché anche l’anno scorso era stata data questa opportunità: venivano usate fasce ampie di spiaggia libera tramite le associazioni sportive che vi sistemavano anche due campi da gioco, sfruttando ben più del 20% che noi abbiamo individuato oggi. Inoltre vorrei sottolineare che quest’anno il canone minimo per occupazione della spiaggia è di 2.500 euro e va al demanio quindi alla Regione, mentre l’anno scorso si aggirava sui 3-400 euro per un’occupazione temporanea di 20 giorni»; per la stagione si pagava una cifra tra i 1.200 e i 1.300 euro. Insomma secondo l’amministrazione comunale si tratta di una «misura che contribuirà alla ripresa economica delle attività coinvolte senza penalizzare gli altri. Tanto è vero che non abbiamo ricevuto rimostranze dagli altri imprenditori balneari», conclude Canestrari.

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