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Sindacati e Ubi, c’è l’intesa sugli esuberi

Firmato questa mattina a Bergamo l'accordo quadro sulle ricadute dell'aggiornamento del piano industriale di Ubi indotto dall'acquisizione delle tre banche 'risolte', che ipotizzava 3000 esuberi: usciranno da subito 398 lavoratori, mentre la parte restante degli esuberi sarà gestita con due diversi piani di incentivazione

Il quartier generale di Ubi Banca a Fontedamo, Jesi
Il quartier generale di Ubi Banca a Fontedamo, Jesi

JESI – Dopo mesi di trattative serrate, e una no stop di 24 ore per l’intera giornata di ieri, giunge oggi la notizia che Ubi e i sindacati hanno sottoscritto l’accordo quadro sulle ricadute dell’aggiornamento del piano industriale 2017-2020 del gruppo bergamasco indotto dall’acquisizione delle tre banche ‘risolte’, le ex Banca Marche (con la Carilo), Banca Etruria e Carichieti.

L’intesa è stato firmata nella mattina di oggi, giovedì 26 ottobre, a Bergamo; l’Accordo Quadro sull’aggiornamento del Piano d’Impresa 2017-2020 del Gruppo UBI definisce, tra l’altro, le regole all’interno del quale verranno gestite le fuoriuscite dei lavoratori. A seguito dell’accordo usciranno da subito 398 lavoratori, mentre la parte restante degli esuberi sarà gestita con due diversi piani di incentivazione. Nel conteggio delle eccedenze si terrà inoltre conto della “natural attrition”, ossia del calo fisiologico di personale dovuto ad uscite extra piano.
Per il segretario nazionale Uilca, Fulvio Furlan, «di fronte a un progetto aziendale di grande complessità, con ricadute di rilievo in termini di esuberi, riorganizzazione aziendale, riconversioni professionali e redistribuzioni di attività sui territori, sono state definite soluzioni volontarie e incentivate per le uscite di lavoratori, nonché processi costanti di confronto da sviluppare nell’arco del Piano d’Impresa». «La Uilca – ha continuato Furlan – considera di grande valore il fatto di aver trovato soluzioni a tutela dei livelli occupazionali, anche attraverso nuove assunzioni, e l’aver iniziato proficuamente un percorso di aggregazione delle Bridge Bank nel Gruppo UBI». La responsabile Uilca del Gruppo Ubi Banca, Claudia Dabbene, ha sottolineato il ruolo del sindacati nel cercare convergenze in una trattativa delicata, «riservando particolare attenzione ai territori e alla ricerca di soluzioni tese a favorire la complessiva sinergia che, inevitabilmente, dovrà compiersi per permettere ulteriori passi avanti verso la completa integrazione fra tutti i lavoratori del Gruppo UBI Banca».

«La sfida – fa sapere Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First Cisl – era trasformare una complessa operazione, delicatissima dal lato occupazionale e condizionata dagli impegni assunti con le autorità nazionali ed europee, in una opportunità per i lavoratori. L’abbiamo vinta con un accordo partecipativo unico nel settore, che prevede che il confronto si sviluppi costantemente durante l’intera realizzazione del piano industriale, sino al 2020, per individuare tempo per tempo, anche su iniziativa sindacale, le soluzioni piu’ sostenibili per le persone occupate nel gruppo Ubi». «L’accordo – spiega Andrea Battistini, coordinatore di First Cisl nel Gruppo Ubi – prevede che le uscite avvengano prioritariamente con l’utilizzo volontario del fondo di solidarietà. Abbiamo chiesto e ottenuto di poter sfruttare volontariamente anche l’opzione, sinora mai adottata in Italia, della liquidazione in unica soluzione delle prestazioni. Altre risorse saranno reperite dalle giornate di solidarietà a carico dei lavoratori con diritto a pensione che non aderiscano al piano di esodi. Fondamentale e’ aver concordato che la gestione delle chiusure di filiali e direzioni delle tre banche acquisite favorisca la mobilita’ del lavoro e limiti quella delle persone. In un momento critico per l’occupazionale giovanile, e’ inoltre rilevante aver rinnovato l’impegno alle assunzioni nella misura di un terzo delle uscite, con prevalenza di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato».

Gli aspetti salienti dell’intesa, fa sapere il gruppo Ubi, riguardano:

– l’attivazione di un Piano di esodo anticipato e incentivato, che consente in questa prima fase a circa 400 lavoratori complessivi nel Gruppo, che maturano i relativi requisiti previdenziali entro il 31.12.2024, l’accesso volontario al trattamento pensionistico ovvero alle prestazioni del Fondo di Solidarietà di Settore.    L’uscita è prevista già a partire dal mese di gennaio 2018.

–  I costi di tutti gli esodi comporteranno ulteriori oneri nel conto economico dell’esercizio pari a circa 50 milioni lordi che saranno contabilizzati nei risultati nel quarto trimestre del 2017 a seguito degli accordi raggiunti. Le sinergie attese sono in linea con le previsioni di Piano Industriale.

–  la conferma e l’ampliamento, in tutte le realtà aziendali di nuova acquisizione, dell’istituto del part-time, il mantenimento delle flessibilità connesse anche a temporanea sospensione dell’attività lavorativa (misure di cd. “Solidarietà difensiva”) concordate presso le Bridge Banks, nonché la facoltà per tutte le Risorse del Gruppo di richiedere volontariamente per l’anno 2018 periodi di congedo straordinario, nell’ottica di conseguire sinergie di costo con forme compatibili di politiche sociali

– Soluzioni anche di tipo organizzativo, consistenti nella individuazione di poli e presidi operativi decentrati, volte alla tutela dell’occupazione e delle professionalità direttamente sui territori di riferimento delle Risorse interessate, anche supportate da idonei percorsi di riconversione, riqualificazione e formazione delle stesse. Alle successive fasi di realizzazione del Piano strategico, seguiranno gli ulteriori processi e iniziative per la necessaria e complessiva razionalizzazione degli organici del Gruppo e il conseguente contenimento dei costi operativi.

– Proseguirà il piano di ricambio generazionale secondo le entità già definite dal suddetto Piano Industriale, correlato principalmente all’iniziativa di esodo, prevedendo, a sostegno anche dell’occupazione giovanile, l’ingresso entro il 2018 di ca. 130 nuove risorse, prevalentemente di prima occupazione.

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