Attualità

Sì al cinema

Si inasprisce sempre più la battaglia condotta dal comitato che cerca di fermare la vendita dell'ex cinema Concerto di Osimo: adesso minaccia anche di ricorrere al tribunale

Una protesta del comitato per la difesa del cinema, incatenato davanti all'immobile

OSIMO – Nel mirino c’è la delibera di giunta per realizzare l’auditorium all’interno dell’immobile che da più di cento anni ospita il cinema Concerto al centro di Osimo, ormai ex cinema visto che i battenti sono chiusi da sette anni. Il comitato, che si è costituito per tentare di evitare la vendita di parte dell’immobile ai frati minori conventuali, sostiene che l’iter già cominciato non può andare avanti perché ci sarebbero difetti procedurali. Il gruppo paventa addirittura il danno erariale sulle procedure.

Si sta parlando di un progetto da un milione e mezzo di euro: il Comune cederà ai frati i locali ex banda, quelli al piano superiore, dove porteranno la biblioteca per 360mila euro, e parte della ex sala cinematografica al piano terra per 90mila. Il Comune tramuterà la sua parte di sala, da 12 metri per 10, in auditorium da 101 posti con ingresso angolo bar e scala laterale che sarà riadattata a porticato con arcate sul mercato coperto fruibile al pubblico. Sette le camerette che i frati ricaveranno per l’ostello.

Di seguito i tre interventi delle parti che si oppongono alla vendita:

L’associazione “Nuovo cinema Concerto”: «Volevamo e vogliamo il cinema come tantissimi concittadini, non una biblioteca né l’auditorium in quella struttura che ci appartiene dal 1912. I 400mila euro arrivati dalla Regione come contributo vengano usati per ristrutturare quel bene pubblico. La delibera di giunta per il progetto tra l’altro presenta difetti procedurali: abbiamo presentato le nostre osservazioni con una lettera a Regione, Provincia, Soprintendenza, Anac e Corte dei Conti. Non ci fermeremo e se il Comune ci ignora adiremo le vie legali».

Il consigliere del Gruppo misto Maria Grazia Mariani: «Innanzitutto su quel bene c’è un vincolo per la destinazione d’uso, poi manca il parere della Soprintendenza sulla vendita. L’accordo di programma inoltre va fatto solo tra enti pubblici e non con i privati, i frati in questo caso, per cui andava fatto un bando. Da ultimo ma non da meno il piano di recupero deve passare in Consiglio e non con una delibera di Giunta».

Sara Andreoli e David Monticelli, consiglieri del Movimento 5 stelle: «Alla faccia della democrazia partecipata. Fino al 13 settembre scorso, giorno prima del Consiglio comunale, come consiglieri eravamo all’oscuro dei progetti che Pugnaloni aveva con Ceriscioli e Orsetti. Quel posto sarà ridotto a “sgabuzzino” della cultura. Osimo, città di 34mila abitanti, è sprovvista di un cinema. Serviva coraggio politico».

E adesso? Si attende la replica del sindaco Simone Pugnaloni.

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