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Con sette ordinanze speciali in deroga, accelera la ricostruzione post-sisma: Ascoli e Camerino guidano le Marche

Sette le ordinanze firmate dal Commissario Legnini, tre di queste riguardano la nostra regione: scuole di Ascoli, centro storico di Camerino e residenziale a Valfornace. Funziona il modello di "deroga temperata" che coniuga semplificazione e legalità

ASCOLI PICENO – Sette ordinanze speciali in deroga, finalizzate alla ricostruzione post-sisma nell’Italia centrale, sono state formate oggi dal Commissario straordinario Giovanni Legnini. Tre di queste riguardano le Marche e concernono le scuole di Ascoli, il centro storico di Camerino e l’edilizia residenziale di Valfornace, nel Maceratese. Ma a queste se ne aggiungerà un’altra nei prossimi giorni per San Ginesio, mentre sono in fase di predisposizione quelle per Arquata del Tronto, Pieve Torina ed altre.

Un’accelerazione almeno nei progetti di riqualificazione edilizia privata, che è il risultato di un «modello di deroga temperata» – così lo ha definito Legnini in conferenza stampa – applicata ad una vasta area colpita pesantemente dal terremoto del 2016. Grazie alla semplificazione normativa già introdotta nel 2020, all’aumento dei contributi erogati e ai benefici fiscali del superbonus al 110% la ricostruzione sta finalmente diventando realtà. Tanto che se nel 2020 i cantieri avviati nelle 4 regioni erano stati stati complessivamente 2700, nei primi 4 mesi del 2021 ammontano già a 2600. Con investimenti che hanno raggiunto la cifra di 280 milioni di euro.

«In totale fino ad ora – ha ricordato il Commissario straordinario al sisma – sono stati approvati 9546 progetti, su 60mila domande che sono arrivate da parte dei residenti. Con le nuove procedure e anche grazie al potenziamento del lavoro di Comuni e Uffici speciali, stiamo velocizzando gli interventi in maniera concreta. L’obiettivo – ha aggiunto Legnini – è di ricostruire bene e in sicurezza, coniugando legalità e semplificazione».

Un programma che punta anche alla qualità del risultato finale, oltre che alla quantità delle opere portate a termine. E che terrà particolarmente conto dei beni artistici e culturali di cui l’Italia Centrale è ricca. «Non si poteva applicare il modello Genova come molti avevamo affermato – ha spiegato il Commissario alla ricostruzione – perché qui non c’era da rimettere in piedi un solo cantiere, ma bisognava valutare un percorso che riguardava ben 60mila case lesionate, 6mila edifici pubblici e 3mila chiese danneggiate. Per ciò si è scelto un modello intermedio, di deroga temperata che ci consente di semplificare alcuni aspetti del Codice degli appalti e del procedimento amministrativo. E il traguardo ora è più vicino».

Quanto alla ricostruzione pubblica, Legnini ha affermato che entro il 2021 saranno avviati 624 cantieri, esclusi quelli previsti dell’ordinanza in deroga. Secondo il Commissario, infine, i fondi per il sisma pari a 1,8 miliardi, previsti dal Piano nazionale di resilienza e ripresa, sarebbero stati confermati. Ma non è chiaro in quali capitoli di spesa sono stati inseriti.