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Servizi sociosanitari: il Gruppo Solidarietà interroga la Regione

L'associazione chiede chiarimenti all'ente di via Raffaello sul Fondo Solidarietà. Inoltre, evidenzia le forti carenze di personale sia nelle Unità multidisciplinari per l’età evolutiva e adulta nell’area disabilità sia in quelle per gli anziani

ANCONA – Due le interrogazioni avanzate dal Gruppo Solidarietà di Moie di Maiolati Spontini all’indirizzo della Regione Marche. La prima riguarda il Fondo di Solidarietà 2017. La seconda, le unità di valutazione multidisciplinari nelle aree disabilità e anziani, e la situazione dei professionisti coinvolti per ogni distretto sanitario.

Andiamo con ordine: il Fondo Solidarietà era stato annunciato dalla Regione Marche a dicembre del 2016. Un respiro di sollievo per le famiglie delle persone interessate e per gli addetti ai lavori visto che per il 2015 e il 2016 non era stato istituito. Nello specifico la Regione si era impegnata a stanziare «già dall’anno 2017 in sede di prima variazione di bilancio, la somma di 2 milioni di euro – si legge in una nota ufficiale dell’Ente – Tale fondo sarà utilizzato, sulla base di una delibera che verrà assunta dalla giunta immediatamente dopo l’approvazione della variazione di bilancio 2017 e con criteri che saranno oggetto di confronto con i tavoli regionali appositamente istituiti, per coprire quella parte della retta di accesso alle strutture di accoglienza per persone con problemi di salute mentale, che spetterebbe pagare agli utenti in base ad una specifica e vincolante norma nazionale (DGR 1331/2014). La giunta regionale quindi viene incontro alle famiglie che ne hanno bisogno colmando, attraverso il Fondo, quella differenza di quota che in base alla legge nazionale dovrebbe essere versata dal cittadino. La differenza sarà rimborsata attraverso i Comuni».

Il Gruppo Solidarietà fa sapere che «per diverse centinaia persone con disabilità e con problemi di salute mentale, ricoverati presso servizi residenziali è scattata una compartecipazione al costo del servizio per quote di circa 1300 euro mese. Quote richieste anche a persone i cui redditi non superano gli 800 euro mese (pensione più indennità di accompagnamento)». Quali i tempi per il finanziamento, la richiesta del Gruppo solidarietà alla Regione visto che ad oggi lo stesso non è previsto nella legge regionale di variazione di bilancio.

Fabio Ragaini

La seconda interrogazione riguarda i servizi di valutazione e presa in carico: a livello distrettuale – evidenzia il Gruppo Solidarietà – si riscontrano forti carenze di personale sia nelle Unità multidisciplinari per l’età evolutiva e adulta nell’area disabilità, che nelle Unità valutazione integrate nell’area anziani. La questione era stata spiegata da Fabio Ragaini in occasione della presentazione del libro “Le politiche perdute. Interventi sociosanitari nelle Marche”, curato dal Grusol di Moie. «I servizi di valutazione e presa in carico doveva essere il fulcro dell’attività sociale è invece diventata la condizione per la fine di un servizio, perché non c’è più – aveva detto Ragaini – Un esempio che non è certo isolato: nel Distretto di Jesi, con una popolazione di circa 100mila abitanti, ad oggi per le persone con disabilità adulta è presente una sola assistente sociale. Quello che doveva essere un team, per definizione, che valuta il bisogno ed elabora una risposta è sostanzialmente azzerato». Al Presidente della Giunta Regionale si chiede la dotazione organica prevista (figure professionali e dotazione oraria) per le Unità multidisciplinari disabili (età evolutiva e adulta) e anziani, nonché la situazione del personale delle unità di valutazione per le singole aree.

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