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Servizi educativi (fascia 0-3): nelle Marche oltre un milione e 800mila euro per l’emergenza Covid

L'Ufficio scolastico regionale ha ripartito i fondi statali per compensare le minori entrate dovute alla sospensione delle attività in presenza

ANCONA- Sono stati ripartiti dall’Ufficio scolastico regionale gli oltre un milione e 800 mila euro di contributi statali destinati ai servizi educativi (fascia 0-3) che hanno operato nell’anno 2019/2020. Come avvenuto per le scuole paritarie, il sostegno economico è stato erogato anche ai servizi educativi (fascia 0-3) per compensare le minori entrate dovute alla sospensione delle attività in presenza a causa dell’emergenza Covid-19. L’interruzione dell’attività ha infatti provocato la riduzione o il mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni, comunque denominate, da parte dei fruitori.

Il contributo di oltre un milione e 800 mila euro (quasi 78 milioni a livello nazionale) ha interessato in particolare i soggetti gestori dei servizi educativi per l’infanzia aventi natura giuridica pubblici, privati convenzionati o totalmente privati, purché autorizzati al funzionamento dall’ente locale competente, quali nidi e micronidi, sezioni primavera e servizi integrativi (spazi gioco, centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare).

«Quello dei nidi d’infanzia è un ambito del tutto nuovo per le competenze degli uffici scolastici regionali. Vista l’indisponibilità di un’anagrafe regionale aggiornata dei servizi educativi per l’infanzia e del relativo numero dei bambini iscritti, nonché della necessità di individuare i soggetti gestori operanti sul territorio, era stato diffuso nel mese di settembre un avviso pubblico per la presentazione della domanda di contributo- spiega l’Ufficio scolastico regionale per le Marche in una nota-. Nel bando si richiedeva di indicare la denominazione del servizio e l’ente gestore, gli estremi dell’autorizzazione al funzionamento rilasciata dall’ente locale, il numero dei posti per bambini da zero a tre anni presenti nella struttura e quello dei bambini iscritti per l’anno educativo 2019/20. Su quest’ultimo dato si è poi proceduto al calcolo del riparto dei fondi, mentre le restanti informazioni hanno permesso di rilevare un quadro quanto più preciso possibile delle strutture operanti nel settore».

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