Attualità

Senigallia presenta la nuova variante del centro

Per il sindaco Mangialardi: «Una grande opportunità per la città». Il Piano Cervellati slitta al 2022

Memè, Mangialardi, Monachesi

SENIGALLIA – Presentata in Comune la nuova variante al Piano Particolareggiato del Centro Storico approvata dalla giunta comunale che mira a regolamentare gli aspetti progettuali ed economico-finanziari di alcuni interventi ritenuti di interesse strategico per lo sviluppo di Senigallia.

«Fin dalla sua prima approvazione e poi con la prima variante – afferma il sindaco Maurizio Mangialardi – Il Piano ha rappresentato uno strumento di grande visione strategica per la riqualificazione e la riscoperta della città monumentale. Con esso si è favorita la realizzazione di interventi pubblici e privati che hanno permesso a Senigallia di crescere e diventare un vero punto di riferimento su scala regionale. Oggi, di fronte ai mutamenti socio-economici, il piano aveva bisogno di essere rivisitato per continuare a dare le stesse risposte. La variante approvata va in tale direzione ed è un’ulteriore grande opportunità per la città sia per quanto riguarda la riqualificazione architettonica di aree come la ex Mulino Tarsi e la Ferri, sia per la realizzazione di un’infrastruttura imprescindibile come la rotatoria all’incrocio della Penna. Quest’ultima, oltre a consentire il decongestionamento dei flussi di traffico e a rendere più sicura la circolazione, permetterà un considerevole abbattimento dei livelli di pm 10 e un significativo miglioramento della qualità dell’aria nella zona circostante».

In effetti, la ridefinizione del quadro urbanistico per la realizzazione della rotatoria all’incrocio della Penna, snodo fondamentale per rendere più fluido l’attraversamento nord-sud della città e l’ingresso verso il lungomare, è sicuramente una delle misure più attese. L’intervento sarà finanziato con gli oneri di urbanizzazione derivanti dalla ricostruzione del fabbricato insistente sull’attuale incrocio, per il quale ci sarà l’obbligo di uniformarsi allo stile architettonico degli edifici presenti nelle vie adiacenti.

Altro punto è la riqualificazione dell’ex parcheggio dell’area Ferri, zona attualmente degradata, dove è prevista la realizzazione di un edificio residenziale. In questo caso, la variante prescrive la ridefinizione dei parametri architettonici al fine di migliorarne l’integrazione con l’adiacente riqualificazione “ex Mulino Tarsi”, che interesserà via Baroccio, il parcheggio della ex Pesa e la Porta Maddalena.

Ma il provvedimento approvato contiene anche alcune novità per quanto riguarda le norme tecniche di attuazione. Infatti, la crisi economico-finanziaria che ha investito pesantemente il settore edile ha comportato uno stallo nell’attuazione degli interventi di riqualificazione del centro storico. In tale ambito, il termine di attuazione degli interventi, fissato dalla precedente variante al 3 novembre 2019, viene fatto slittare di tre anni, portandolo alla data del 3 novembre 2022.

Inoltre, è previsto che le opere di urbanizzazione afferenti i progetti di riqualificazione non ancora convenzionati dovranno essere iniziate entro sei mesi dal ritiro del permesso di costruire e concluse prima della richiesta e dell’attestazione di agibilità, anche parziale, degli interventi edilizi stessi.

Due altre importanti novità sono quelle riguardanti la dimensione minima degli alloggi e la monetizzazione dei locali integrativi alla residenza. Nel primo caso, le operazioni di recupero del patrimonio edilizio individuate all’interno del Piano che contemplano il frazionamento delle unità immobiliari, vedono passare la superficie utile abitabile dal limite minimo di 52 a 40 metri quadrati nel caso di ristrurtturazioni, e a 45 metri quadrati nel caso di riqualificazioni.

«Con la revisione delle dimensione minime degli alloggi – spiega l’assessore alla Pianificazione urbanistica Maurizio Memè – diamo importanti risposte abitative a nuove situazioni familiari. Lo scopo di questa decisione, infatti, è rimuovere un ostacolo al pieno recupero e alla fruizione residenziale del patrimonio edilizio esistente dato dalle particolari condizioni degli immobili del centro antico». Nel secondo caso, invece, l’obiettivo è adottare un’alternativa alla dotazione dei locali integrativi alla residenza previsti dal Regolamento Edilizio Comunale per qualificare spazi pubblici aperti o chiusi già esistenti e migliorarne la funzionalità e la fruibilità, rendendoli disponibili anche per necessità condominiali con modalità che saranno stabilite con apposito provvedimento.

I costruttori potranno scegliere di monetizzare la mancata realizzazione dei locali integrativi versando al Comune una cifra pari a 1500 euro al metro quadrato: gli introiti derivati saranno vincolati alla realizzazione o alla riqualificazione di giardini, piazze, biblioteca, sale riunioni e sale espositive collocate all’interno del Piano.

Infine, l’intervento di riqualificazione dell’ex Politeama Rossini. Come noto, sulla struttura permane il vincolo di tutela della Soprintendenza e, per tale ragione, la variante non dà indicazioni attuative, ma fornisce un esplicito invito, considerata la sua collocazione in prossimità di siti culturalmente rilevanti come la Rocca roveresca, il Palazzetto Baviera e piazza del Duca, a modificare le attuali previsioni del Piano prevedendo per l’intera area la destinazione a verde pubblico con l’eventuale realizzazione di un parcheggio.

Ti potrebbero interessare