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Senigallia, intervista a Monia Bonazza dell’agenzia Viaggi di Velluto: «Nessun virus ci toglierà mai il desiderio di viaggiare»

Il turismo è stato fiaccato dal Covid. Ecco il racconto di un'addetta ai lavori: «Abbiamo dovuto ridisegnare i confini, per ora le grandi mete internazionali lasceranno il posto a mete europee e nazionali, sarà una grande occasione per valorizzare i nostri territori e scoprire le bellezze dell'Italia»

Viaggiare, viaggi e vacanze fonte lavocedibolzano
Viaggiare, viaggi e vacanze fonte lavocedibolzano

SENIGALLIA – La pandemia ha stravolto le esistenze di molti e cambiato radicalmente le abitudini e le consuetudini. Tra i settori sicuramente più colpiti negli ultimi 15 mesi dalle misure restrittive applicate su scala mondiale c’è sicuramente quello del turismo.
A raccontarci questi periodi turbolenti e mutevoli per quello che riguarda il mondo dei viaggi è Monia Bonazza, addetta ai lavori per antonomasia che dal 2001 ad oggi, prima con il CTS (Centro Turistico studentesco e giovanile), e poi con l’agenzia Viaggi di Velluto di Senigallia di cui è co-titolare, si occupa di viaggi e vacanze a 360°.

Monia Bonazza
Monia Bonazza

Per ovvie ragioni il turismo è stato tra i primi comparti colpiti dagli effetti e dalle restrizioni della pandemia: la bella stagione oramai imminente e l’allentamento delle restrizioni potrebbero sancire una ripartenza?
«Abbiamo vissuto un anno davvero complicato a causa del Covid, e tutti abbiamo voglia di riprenderci le nostre libertà. Dalle numerose richieste che stiamo ricevendo, percepiamo che la voglia di tornare in vacanza è davvero grandissima, questo ci lascia ben sperare ed essere moderatamente ottimisti. Abbiamo dovuto ridisegnare i confini, per ora le grandi mete internazionali lasceranno il posto a mete europee e a un turismo interno, sarà una grande occasione per valorizzare i nostri territori e scoprire tutte le bellezze che l’Italia ha da offrire».

Nelle ultime settimane si sono verificate, in termini di restrizioni, delle situazioni paradossali: di fatto è stato vietato lo spostamento tra comuni o tra regioni confinanti ma è stato consentito viaggiare all’estero. Da addetta ai lavori che idea ti sei fatta?
«Ci siamo trovati davanti a una situazione a dir poco assurda: con l’Italia in rosso/arancione vige il divieto di uscire dal proprio comune, ma ci si può recare in aeroporto situato in un’altra regione per prendere un volo verso paesi europei. Questa “falla legislativa” sembrava voler penalizzare il turismo interno, in un momento di grande sofferenza economica di tutta la filiera turistica. Va specificato che per viaggiare in Europa deve essere rispettato un protocollo piuttosto rigido, che prevede il tampone pcr con esito negativo prima della partenza e prima del rientro, e altri documenti. Inoltre è stato introdotto anche l’obbligo di quarantena di 5 giorni al rientro in Italia. Se queste misure sono ritenute efficaci, questa logica poteva essere applicata anche ai viaggi in Italia, per ridare un barlume di luce al comparto turistico nostrano che ha sofferto tantissimo gli effetti devastanti della pandemia. Le nuove misure in vigore da questa settimana aprono nuovi spiragli e ci auguriamo anche che con i vaccini la situazione possa migliorare ulteriormente».

C’è chi ha definito la categoria dei tour operator “una categoria di fortunati che è riuscita a guadagnare perfino più di quanto guadagnava prima del Covid-19”. Le dichiarazioni si riferiscono alle decisioni del passato governo che avrebbero garantito ristori molto più alti rispetto altri attori del mondo del turismo (albergatori e ristoratori in primis). Quale è la tua opinione riguardo alle strategie messe in atto dal governo per tutelare il comparto del turismo?
«La categoria dei tour operator è stata duramente colpita, sono stati fermi per più di un anno con una piccola parentesi estiva. Tutti hanno subito gravissime perdite economiche, anche in virtù degli investimenti fatti. Nel 2020 hanno registrato un calo di fatturato di circa il 90% a causa della pandemia. Chi definisce “una categoria di fortunati” si è fatto un’idea errata, molto lontana dalla realtà. I ristori governativi non sono riusciti a tamponare neanche i costi fissi. Tutti noi che lavoriamo nel turismo, speriamo di gettarci alle spalle in fretta questa situazione e di poter guadare al futuro con il solito ottimismo che ci caratterizza e con la certezza che finalmente ognuno con le proprie forze, ritornerà presto alla normalità».

In diversi affermano che la pandemia ha impresso un solco tra un “prima” ed un eventuale “dopo”: a tuo avviso come potrebbe cambiare in futuro l’industria del turismo? Muterà il modo di viaggiare e di intendere le vacanze?
«Nessun virus ci toglierà mai il desiderio di viaggiare, la voglia di partire è tanta, lo stiamo vedendo in questi giorni con tante richieste per le vacanze estive. Sicuramente questa pandemia cambierà, per alcuni aspetti il nostro modo di viaggiare rispetto a come lo abbiamo inteso fino a oggi.
Gli scenari sono molteplici, molto probabilmente dovremo abituarci ai protocolli per la salute ancora per qualche anno. Si parla di un passaporto vaccinale che dovrebbe consentire di viaggiare liberamente. La ripresa dei viaggi a lungo raggio sarà lenta e graduale, ma entro i prossimi mesi si prevede l’apertura di qualche corridoio extra-europeo. Ci sarà una maggiore attenzione verso l’identità locale dei nostri territori e al turismo di prossimità. Anche l’innovazione dell’offerta sarà cruciale, in questo periodo di fermo abbiamo avuto l’opportunità di aggiornarla e arricchirla, al fine di poter offrire nuove proposte fortemente personalizzate e differenziate per mettere a disposizione dei viaggiatori esperienze inedite all’insegna di un turismo culturale ma soprattutto emozionale.
Il focus è un’esperienza che arricchisca il vissuto personale attraverso esperienze che permettano al viaggiatore di connettersi a livello sociale, culturale ed emotivo con il luogo visitato, regalandogli la possibilità di sentirsi parte della comunità. A tal fine, ci siamo adoperati per ampliare i nostri canali di comunicazione sul web, a breve avremo a disposizione il nuovo sito e la nuova APP, questi strumenti consentiranno un canale diretto con i nostri clienti».

In questi mesi sei tra coloro che, attingendo alla tanto citata resilienza, si sono reinventati: mi riferisco alla tua passione per la pittura che, anche a livello social, ha riscosso molti apprezzamenti. Si tratta di un hobby o in futuro non escludi che possa diventare qualcosa di più?
«Viaggiare, oltre che il mio lavoro è sempre stata la mia grandissima passione, ho sempre avuto la mente proiettata alla prossima destinazione. La mia filosofia di vita è sempre stata quella di non rimandare mai le cose, di farle e seguire i propri desideri. È quello che oggi mi fa essere contenta di ogni singolo viaggio fatto, di tutte le esperienze vissute in giro per il mondo. Durante il lockdown questo aspetto mi è mancato moltissimo, ma ho scoperto che si può viaggiare in tanti modi: attraverso la cucina, attraverso i sogni, le foto, ma anche attraverso i colori. Questi sì, mi hanno fatto viaggiare moltissimo, e ho riscoperto questa passione per l’arte a cui non voglio più rinunciare. La ricerca di equilibrio di linee e forme, trovare l’armonia giusta ai colori è un bellissimo viaggio interiore alternativo. Se penso al futuro mi immagino a programmare viaggi per i miei clienti, oppure su un aereo, ma da questa situazione abbiamo imparato che non ci sono certezze, quindi… mai dire mai!».

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