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Da Senigallia aiuti per le popolazioni delle Marche colpite del sisma: a un anno di distanza c’è ancora bisogno di tutto

Il laboratorio sociale Filippo Benedetti si mobilita. E per fornire più dettagli su queste azioni ha organizzato un incontro con alcuni rappresentanti delle Brigate di Solidarietà Attiva e del Gruppo di ricerca Emidio di Treviri che si terrà domani al circolo Arci

Immagine di repertorio

SENIGALLIA – Il laboratorio sociale Filippo Benedetti di Senigallia si mobilita per le popolazioni terremotate. A un anno dal disastroso sisma che ha colpito il centro Italia e le Marche così duramente, rimangono ancora molti gli aspetti da risolvere, compresi i problemi legati all’emergenza che si credeva fossero ormai sanati. E invece a molte persone che abitavano nell’area del cratere mancano ancora acqua, viveri, prodotti per l’igiene, per la casa, insomma generi di prima necessità e non solo, in molti casi anche la stessa casetta o modulo abitativo.

«Per questo è nato un contatto con le Brigate di Solidarietà Attiva – spiegano i componenti del laboratorio Benedetti – Ci siamo attivati e siamo riusciti a fare due carichi di generi di prima necessità e consegnarli alle Brigate. Poi siamo scesi e li abbiamo conosciuti: giovani, studenti, lavoratori tutti volontari che si impegnano a risolvere problemi e sostenere la popolazione colpita dall’evento disastroso del sisma».

Per fornire ancora più dettagli su queste azioni, gli attivisti senigalliesi del laboratorio sociale Filippo Benedetti hanno organizzato un incontro con alcuni rappresentanti delle Brigate di Solidarietà Attiva e del Gruppo di ricerca Emidio di Treviri che si terrà venerdì 10 novembre, alle ore 21, al circolo Arci di Borgo Molino a Senigallia.

Il circolo Arci a Borgo Molino di Senigallia
Il circolo Arci a Borgo Molino di Senigallia

Lo scopo è quello di dare risalto a un’esperienza importante sostenuta dall’impegno per la ricostruzione sociale ma con risvolti politici: «In un’Italia continuamente colpita da eventi disastrosi – concludono – frutto di politiche decennali di colpevole incapacità nella gestione del territorio quando non di complicità e dolo nel favorire speculazioni e interessi privati, l’esperienza delle Brigate di Solidarietà Attiva si evidenzia, oltre che per l’intervento nell’emergenza, per una presa di coscienza del territorio come bene comune da difendere, non solo dal sisma».

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