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Scovare i criminali grazie alla genetica, ci pensa la Politecnica delle Marche

Da gennaio 2017 è operativa la banca dati nazionale del Dna. Tra i laboratori certificati per l’inserimento dei profili c’è anche quello dell’Università di Ancona

Il laboratorio di Genetica Forense dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona

ANCONA – Come trovare soluzione a migliaia e migliaia di casi giudiziari finora dimenticati o non risolti? Forse la genetica può essere d’aiuto. Da gennaio 2017 è operativa la banca dati nazionale del DNA. Tra i laboratori certificati per l’inserimento dei profili c’è anche quello dell’Università Politecnica delle Marche.

La Banca Dati nazionale del DNA è stata istituita con la legge n.85 del 30 giugno 2009 e prevede l’immissione dei profili genetici di soggetti detenuti negli istituti penitenziari, di soggetti ai domiciliari per delitti non colposi e delle tracce biologiche rilevate sulle scene del crimine. Per poter inserire un profilo genetico nella Banca Dati e partecipare alla creazione dell’archivio nazionale la legge prevede che i laboratori di genetica forense siano accreditati secondo la norma ISO/IEC 17025 che esprime i “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura”.

Il Laboratorio di Genetica Forense della Sezione di Medicina Legale del Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica dell’Università Politecnica delle Marche ha ottenuto nel 2016 l’accreditamento in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 dall’ente italiano di accreditamento Accredia per l’esecuzione delle prove di identificazione genetica mediante la tipizzazione dei polimorfismi del DNA. Essere conformi ai requisiti richiesti dalla norma significa possedere sia la competenza tecnica richiesta per effettuare le analisi sia un sistema di gestione della qualità, indispensabile per garantire la correttezza del dato analitico.

Il laboratorio di Genetica Forense dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona ha intrapreso il suo percorso per l’ottenimento dell’accreditamento alcuni anni fa e ha impiegato considerevoli energie, l’accreditamento, infatti, richiede il possesso di requisiti gestionali, di requisiti tecnici e strutturali, strumentali ed analitici. Accredia valuta periodicamente ed in modo rigoroso la competenza tecnica del laboratorio, l’idoneità professionale degli operatori e l’adeguatezza dei metodi analitici validati attraverso visite ispettive programmate a cadenza semestrale durate il primo anno e poi annuale. Nel caso in cui il laboratorio dovesse perdere i requisiti necessari l’ente Accredia ha facoltà di sospendere l’accreditamento.

I laboratori italiani che ad oggi hanno conseguito l’accreditamento e che sono stati individuati per immettere i profili genetici nella Banca Dati sono 15. «Oltre alla possibilità di inserimento dei profili genetici nella banca dati nazionale, l’obiettivo certamente non secondario che ci ha spinto sulla strada dell’accreditamento – afferma Adriano Tagliabracci, professore ordinario di Medicina Legale nell’Università Politecnica delle Marche – è stato quello di ottenere standard di qualità elevati, fino alla ottimizzazione richiesta dalla norma, per quanto riguarda il processo analitico, la qualità dei risultati, la soddisfazione dell’utente, la collaborazione nazionale e internazionale con altre strutture che sono impegnate nello stesso ambito e nell’attività diagnostico-assistenziale. Si ricorda, in merito, che il nostro laboratorio è inserito anche in un contesto assistenziale e fornisce indagini genetiche per patologie congenite causa di morte improvvisa, malattie rare, tipizzazione e monitoraggio dei chimerismi linfocitari a scopo di trapianto ed altre condizioni patologiche geneticamente determinate».

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