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Scatta l’obbligo dell’etichetta d’origine per latte, formaggi e yogurt

Il provvedimento governativo, secondo la Coldiretti, valorizzerà il lavoro degli allevatori in una regione che nel giro di 10 anni ha visto chiudere i battenti una stalla su tre. Soddisfatta la Trevalli

latte

ANCONA – Scatta domani, mercoledì 19 aprile, l’obbligo dell’etichetta d’origine per latte, formaggi, yogurt e altri derivati. Ad annunciarlo è la Coldiretti regionale, sottolineando che il provvedimento rappresenta una buona notizia per il 15 per cento di cittadini marchigiani che, secondo Istat, mangiano formaggi tutti i giorni. Non si tratta infatti di una semplice sfumatura: fino ad oggi bastava che il latte fosse anche solo confezionato in uno stabilimento italiano per poter essere definito Made in Italy, pure se la materia prima fosse provenuta da altri Paesi UE, quando non addirittura extra UE. Una decisione, quella del governo, che fa felici anche gli allevatori, ci tiene a precisare la Coldiretti, «a cui oggi arrivano compensi oscillanti tra i 30 e i 40 centesimi, spesso al di sotto dei costi di produzione, e che ora potranno veder meglio valorizzato il proprio lavoro rispetto a una situazione che nel giro di dieci anni ha visto chiudere una stalla su tre».

Soddisfatta la Trevalli Cooperlat di Jesi: «Di fatto questo decreto non cambia la nostra visione e il nostro modo di agire –  commenta Paolo Fabiani, Presidente di Trevalli – Questo provvedimento ci trova allineati sia nel contenuto che nella prassi. Siamo lieti che il legislatore abbia ritenuto di valorizzare la trasparenza e tutte quelle esperienze produttive che da sempre mettono al centro la filiera, dal primo all’ultimo anello della catena. La Trevalli in questo senso, proprio perché si tratta di un sistema cooperativo, ha costruito negli anni un modello di approvvigionamento del latte sicuro e fidelizzato, composto di allevatori storici e italiani. Questo ci ha permesso nel tempo di offrire le maggiori garanzie di qualità e poter mettere sul mercato prodotti realizzati con materia prima italiana, che creano valore aggiunto anche per il territorio. Non possiamo che dare il benvenuto ad una misura che fa finalmente chiarezza sulle etichette a beneficio sia di chi acquista che di chi produce il latte. Latte fresco, latte uht e mozzarella da tavola Trevalli riporteranno dunque in etichetta d’ora in poi la dichiarazione “100% latte italiano’, mentre il latte fresco Alta Qualità QM avrà la dicitura ‘100% latte marchigiano».

Secondo un primo monitoraggio condotto dalla Coldiretti a livello nazionale due confezioni di latte a lunga conservazione su tre sono già in regola con la nuova etichetta di origine mentre è più variegata la situazione per yogurt e formaggi anche perché il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura.

Il provvedimento è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e riguarda, l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture:
a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte;
b) “Paese di confezionamento e trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate – precisa la Coldiretti – le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu’ Paesi situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non UE» per l’operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non UE» per l’operazione di condizionamento o di trasformazione.

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