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Lo “scaglionamento” per far ripartire le scuole. I professori hanno dei dubbi

Differenziare le entrate sembra al momento l'unica soluzione fattibile per la riapertura delle superiori. Abbiamo ascoltato il parere di quattro professoresse degli istituti dorici

Scuole superiori
Lo scaglionamento sembra l'unica modalità di ripresa per le scuole superiori

ANCONA – Per la riapertura delle scuole superiori, indipendentemente dalle discussioni sulla data che stanno interessando in questi giorni i vertici politici, sanitari e scolastici, sembra essere praticabile una sola via. Quella dello scaglionamento degli orari. La proposta è chiara, alcuni studenti entreranno alle 8 altri alle 10, altri ancora alle 13. Sono stati vagliati i pomeriggio e addirittura le domeniche per consentire a tutti di riprendere in presenza. Le reazioni degli alunni sono state prevalentemente contrarie allo scaglionamento, quelle dei professori anconetani (salvo eccezioni) sono più moderate, volte principalmente al raggiungimento di un accordo che possa garantire il contemperamento di tutti gli interessi in gioco.

«Sono sostanzialmente favorevole perchè pensa che la scuola debba riprendere a tutti gli effetti – spiega la professoressa Paola Mancinelli del Liceo Scientifico Galileo Galilei – Dobbiamo garantire agli alunni un bisogno essenziale e culturale e per farlo dobbiamo razionalizzare gli ingressi per far sì che ci sia un ambiente capace di prevenire qualsiasi possibilità di contagio e di impennata della curva. Oltre alla scuola sarà importante tener d’occhio l’apparato dei trasporti, arrivare pronti. Gli studenti? Sono felici di tornare a scuola, ultimamente mi hanno spesso manifestato il loro disagio nel continuare a rimanere davanti ad uno schermo».

Parere più moderato per la professoressa Paola Maddalena del Liceo Scientifico Savoia: «Il nostro istituto aveva già trovato un’ottima soluzione scaglionando gli ingressi con una metà alle 8.00 e una metà alle 9.00. Facendo così non abbiamo parlato nè di scuola al pomeriggio né di domenica. Il sabato già lo abbiamo. Inizialmente per gli studenti il disagio maggiore era quello di tornare a casa troppo tardi, specie per chi veniva da fuori Ancona ed era obbligato a prendere la corriera. Diciamo che con una scansione diversa delle tempistiche e gli orari si può far combaciare tutto, anche il gradimento dei ragazzi e delle ragazze».

Imparare da quanto accaduto a settembre con il primo rientro in classe. La pensa così Paola Piattella, professoressa del Liceo Classico Rinaldini: «Non è vero che il ritorno a settembre non ha avuto un impatto negativo sulla curva epidemiologica, dobbiamo ripartire da questo aspetto. Certo, pensare di fare andare i ragazzi a scuola di domenica mi sembra fuori dalla realtà ma lo scaglionamento in sé per sé può starci. Noi, come Rinaldini, siamo organizzati anche per il pranzo perchè avendo il Liceo Musicale eravamo già tenuti a questa cosa. Il parere degli studenti non lo conosciamo con precisione, diciamo che molti di loro iniziano a manifestare un po’ di stanchezza verso la Didattica a distanza».

Contrarietà piena, invece, da parte della professoressa Valeria Sorrentino dell’Istvas: «Non sono favorevole al discorso scaglionamento perchè iniziando più tardi le lezioni si sfocerebbe necessariamente nel pomeriggio dove gli alunni hanno altre attività extracurriculari. La quasi totalità degli studenti non è favorevole e, personalmente, non la ritengo una strada percorribile perchè obbligheremo gli stessi a sacrificare altri aspetti».

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