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Sbloccare subito i fondi per artigiani e commercianti dell’area sisma. L’appello della Cna di Ascoli

Attesa per i fondi da 210 milioni di euro previsti da Legge Bilancio 2018 e Decreto ristori. Il vicesindaco di Acquasanta Terme, Capriotti chiede la Zona Franca per tutta l'area

Arquata del Tronto

Ascoli.- Sbloccare i fondi per il sostegno alle attività produttive delle aree interne colpite dal sisma nel 2016, altrimenti molte di loro moriranno e con loro i territori montani. È l’appello che lancia la Cna di Ascoli, che rappresenta oltre mille artigiani e piccole imprese ( su un totale di 5 mila) dei comuni del Piceno che hanno subito distruzione fisica, economica e sociale a causa del terremoto.

E che ora devono vivere ulteriori crisi provocate dalle norme sul covid, una malattia che nelle zone montane non è stata certo cosi presente come nelle città più grandi o nelle vallate. Ma che non di meno, sommandosi alle difficoltà degli ultimi 4 anni, ha determinato una epidemia non sanitaria ma produttiva e commerciale. Tanto che la Cna Picena parla, per il solo terzo trimestre del 2020 di una crescita delle cessazioni di attività del 28%, in tutti i settori.

Per questo l’associazione di categoria, cosi come molti artigiani ma anche istituzioni locali, chiedono che si sblocchino con urgenza i 210 milioni di euro finanziati attraverso le risorse del fondo istituito con la Legge di Bilancio per il 2018 e incrementato in estate con il Decreto Rilancio. Altrimenti per moltissime realtà che ancora resistono nei comuni dell’area sud dei Monti Sibillini o della Laga, sarà la fine.

«Senza specifici per le criticità delle specifiche aree – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – la strategia nazionale per l’incentivazione delle aree interne rischia di rimanere sulla carta. Via libera dunque ai contributi a fondo perduto per gli investimenti in beni strumentali e alle agevolazioni per l’innovazione di prodotto e processo. Occorre definire presto interventi per lo sviluppo in grado di ricucire un tessuto produttivo colpito da molte crisi. L’occasione non va sprecata – aggiunge Balloni – se si intende avviare un reale percorso di superamento delle fratture territoriali, causa di impoverimento e spopolamento nelle aree più fragili, che, specie in questo particolare frangente di forte arretramento dell’economia, rischiano di vedere approfonditi i divari socio-economici».

A confermare questa vera emergenza economica e sociale, nelle aree interne dell’Ascolano, è il vicesindaco di Acquasanta Terme (2 mila abitanti), Luigi Capriotti : «Artigiani e piccoli commercianti stanno facendo da tempo un atto di coraggio nel restare aperti, nonostante la situazione drammatica che si è venuta a creare prima con il sisma ed ora con il covid. Lo spopolamento del paese così come di molte località montane aveva già messo in difficoltà molte attività, ma ora la situazione è peggiorata. Non bastano – continua Capriotti – i buoni alimentari previsti o le poche risorse messe in campo a livello nazionale, ma è necessario che tutta la nostra area diventi Zona Franca, dando respiro almeno in termini fiscali ai nostri residenti che continuano a lavorare nonostante l’assenza di clienti. Solo questo potrà aiutarci».

Da notare che il vicesindaco di Acqusanta Terme, primo importante centro lungo la Salaria in direzione del Lazio, segnala anche che una piccola ricostruzione è partita, con ditte e aziende edili che hanno iniziato finalmente ad operare. Ma spesso, a causa del covid queste imprese si trovano a non avere quella ospitalità e ristorazione sul posto che permette loro di poter lavorare bene. Per quanto tempo potranno andare avanti?

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