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Santiago bloccato in Thailandia dopo un infortunio, l’appello del padre: «Ho paura che resti paralizzato» – VIDEO

Marcello Loccioni ci accoglie nella sua casa a Jesi e ci confida i timori legati alle condizioni del figlio: «Prego che le terapie e le riabilitazioni siano fatte con urgenza»

Marcello Loccioni, padre di Santiago, ci accoglie nella sua casa per raccontarci la storia del figlio.

«Volevo solo fare un saluto e ringraziarvi col cuore…sono forte, fiducioso e ottimista. Grazie a tutti». Un breve video, postato su Facebook, in cui Santiago Loccioni – il 29enne jesino animatore nei villaggi turistici – saluta gli amici prima di uno degli interventi chirurgici cui si è sottoposto.

Il filmato, girato col cellulare da un amico, Jean-Paul, che lo assiste quotidianamente e con cura, ritrae Santiago dal suo lettonell’Hospital Nakornping di Chai Mai, la città più grande nel nord della Thailandia, nazione dove si trovava per lavoro. E dove è rimasto bloccato, tra burocrazia e Covid, dopo il terribile incidente del 20 giugno scorso, quando è caduto da un ponte di 8 metri. Santiago nel video si dice fiducioso e ottimista, lo spirito giusto con cui affrontare un delicatissimo intervento durato ben 11 ore. Le sue condizioni sono gravissime, è immobilizzato a letto e rischia di restare paralizzato. Ma combatte, sebbene a causa della pandemia sia solo, lontano dagli affetti cui è impedito di raggiungerlo.

Santiago ricoverato alla clinica di Chiang Mai, in una immagine messa a disposizione dal fratello Diego.

Ci racconta la sua storia il padre Marcello Loccioni, che vive a Jesi, in una piccola abitazione nel cuore del centro storico. Parla del figlio con emozione, con commozione e paura. Sta facendo di tutto per riportare a casa il suo ragazzo e farlo curare, il prima possibile, nell’ospedale regionale di Torrette dove presto partirà la richiesta di ricovero urgente. «Siamo sprofondati all’inferno quel 20 giugno», dice Marcello Loccioni, in uno sfogo tra la rabbia verso la burocrazia, l’impotenza della troppa distanza, ma anche la paura di non riuscire a sostenere tutte le spese necessarie. «Santiago ha riportato una frattura della vertebra del collo, del bacino e dell’anca, ha un piede rotto e altri problemi, muove solo un braccio ed è immobilizzato a letto – racconta – però è cosciente e lucidissimo. Ci parliamo tramite whatsapp grazie all’aiuto di un amico che ha conosciuto là, Jean-Paul, e di sua suocera, che lo stanno assistendo e aiutando tantissimo e che ringrazio di cuore. Così come ringrazio tutti quelli che ci hanno aiutato, sono nel nostro cuore».

Le difficoltà che stanno attraversando Santiago e i suoi familiari, sono anche legate alle tantissime spese da sostenere. Devono pagare praticamente tutto: gli esami clinici, gli interventi chirurgici, persino la degenza in ospedale a Chai Mai. Per far fronte a tutte le spese mediche il fratello Diego a giugno aveva lanciato una raccolta fondi tramite il crowfounding, sono stati raccolti 32.000 euro, già la metà spesa per sostenere le prime cure e terapie. Ma non bastano. «Abbiamo già speso 15.000 euro – conclude Marcello – è una situazione anche economicamente insostenibile. La mia ex moglie che vive in Svizzera lavora saltuariamente e fa le pulizie, io sono un ex dipendente della Merloni, avevo un contratto come autista di scuolabus ma con il Covid e la chiusura delle scuole ho perso il lavoro, spero che con il nuovo anno scolastico mi chiamino per lavorare… è molto dura».

Sarà presto inviata la richiesta di ricovero urgente di Santiago a Torrette, intanto il Consolato e la Farnesina hanno attivato le procedure per il ritorno in Italia. E la segreteria del governatore Ceriscioli ha messo a disposizione un elicottero della Protezione civile per trasportare Santiago da Milano ad Ancona. Se tutto andrà bene, la prossima settimana Santiago potrebbe tornare in Italia e suo padre potrebbe finalmente riabbracciarlo. «Non ci dormo la notte – ammette con gli occhi lucidi – ho paura che resti paralizzato, ecco perché prego che le terapie e le riabilitazioni siano fatte con urgenza». Presto sarà attivo un altro canale di raccolta fondi tramite il crowfounding per aiutare i Loccioni a sostenere le spese necessarie per Santiago.

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