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Sanità, il Tribunale del Malato risponde a Ceriscioli

Il presidente Pasquale Liguori replica al governatore delle Marche: «Solo proclami: le liste d'attesa arrivano ad un anno per alcuni esami e l'utenza, quando può, deve rivolgersi al privato»

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi
L'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – Tempi di attesa sanitari, il Tribunale del Malato di Jesi con Pasquale Liguori smorza l’entusiasmo di Ceriscioli: «Ancora una volta grandi autocelebrazioni da parte della Regione Marche sulla sanità, il Presidente Ceriscioli questa volta comunica ai cittadini di aver centrato l’obiettivo nazionale dei tempi di attesa sanitari; pochi mesi fa invece ci aveva comunicato la virtuosità della Regione Marche nel campo sanitario nazionale. Basta siamo davvero incavolati».

Il Tdm, con sede all’ospedale Murri di Jesi, aggiunge: «Parlare di aver centrato l’obiettivo di riduzione dei tempi di attesa per le sole 43 prestazioni previste dai livelli essenziali di assistenza, e limitatamente ai tempi definiti per le priorità b (breve) e d (differibili), è un piccolo passo in avanti ma non certo la risposta che si attende il cittadino» che quotidianamente annuncia lungaggini e ritardi al Tribunale. «Risonanze, Tac, ecografie ed ecodoppler vantano tempi di attesa vicini ad un anno, senza parlare poi dei tempi sempre più lunghi per gli interventi chirurgici dopo il taglio delle sedute operatorie – continua Liguori – E a fronte di tutto ciò il cittadino sempre più spesso va a fare la prestazione fuori dalla nostra regione dove trova tempi di attesa molto più brevi pagando semplicemente il ticket ovvero, quando non può spostarsi, è costretto a mettere mano al portafoglio per rivolgersi al privato».

E non è tutto, a proposito di trasparenza, il Tribunale chiede dove sia possibile leggere nel sito della Asur Marche i tempi di attesa delle prestazioni «un diritto sancito dalla legge con decreto legislativo n.124 del 29 aprile 1998 che, tra l’altro, dice che qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre i termini massimi di attesa fissati dalla Regione l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell’azienda sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti».

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