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Sanità, Casapound: «Ceriscioli, la salute non si smantella»

I militanti del partito della tartaruga vanno all’attacco del presidente della Regione. Nella notte hanno appeso degli striscioni ad Ancona e davanti agli ospedali di Fabriano, Osimo e Senigallia

Lo striscione di Casapound davanti al palazzo della Regione ad Ancona (Foto: Casapound)
Lo striscione di Casapound davanti al palazzo della Regione ad Ancona (Foto: Casapound)

ANCONA- Casapound va all’attacco del presidente della Regione, Luca Ceriscioli, per la gestione della sanità pubblica. Nella notte i militanti del partito della tartaruga hanno appeso davanti al palazzo della Regione ad Ancona e davanti agli ospedali di Fabriano, Osimo e Senigallia uno striscione con scritto: “Ceriscioli: la salute non si smantella”.

«Per Ceriscioli e per l’amministrazione regionale, la sanità pubblica si ferma a Torrette, trascurando del tutto il resto della provincia- dichiara Emanuele Mazzieri, esponente anconetano di CasaPound -. Per quanto il plesso di Torrette rappresenti un’eccellenza, non è accettabile o giustificabile che il rovescio della medaglia sia lo stato di abbandono in cui versano gli altri ospedali, spesso sotto organico, con strutture vecchie ed inadeguate, reparti smantellati e tempi di attesa infiniti. Tutto ciò è reso ancora più grave dall’intento, più o meno nascosto, di proseguire la linea di privatizzazioni cominciata dalla vecchia giunta Spacca, andando così a sostituire all’interesse di tutti il profitto di pochi. Dal 2016 i privati hanno beneficiato di un ‘regalo’ di 2 milioni di aumento di budget destinato appunto alla sanità privata. Addirittura il 16% dei posti letto ospedalieri è finito nelle mani dei privati, così come il 60% della lunga degenza e della riabilitazione. Per quanto riguarda le strutture socio sanitarie, come case di riposo o simili, ne sono state privatizzate il 41%, il quale rappresenta ben il 77% di posti letto».

I militanti di Casapound hanno deciso di affiggere gli striscioni davanti agli ospedali di Fabriano, Osimo e Senigallia in quanto «rappresentano tre esempi di mala gestione nella nostra provincia».

Lo striscione di Casapound davanti all’ospedale di Fabriano
(Foto: Casapound)

Mazzieri entra nel dettaglio. Per quanto riguarda il nosocomio della città della carta, «il battibecco tra sindaco, appartenente al Movimento 5 Stelle, e la giunta regionale di centrosinistra ha assunto toni squisitamente propagandistici: un rimbalzarsi reciproco di accuse e competenze il cui risultato è un punto nascite che chiuderà a breve senza una reale alternativa. A peggiorare la situazione il sospetto che il punto nascite verrà chiuso per favorire quello di Branca, in una sorta di scambio con la regione Umbria per l’eliambulanza data in dotazione proprio all’ospedale di Fabriano.

Lo striscione di Casapound davanti all’ospedale di Osimo
(Foto: Casapound)

Punto nascite che non è stato risparmiato nemmeno a Osimo, nonostante rappresentasse una riconosciuta eccellenza. Ma è l’intero ospedale ad essere nel caos perché a corto di personale, con interi reparti che durante il periodo estivo chiudono per ferie. Una situazione ormai insostenibile per i cittadini, alla quale il sindaco ha reagito inventandosi un messaggio di un fantomatico turista che lo ringraziava per le cure ricevute al pronto soccorso osimano, buttando altra benzina sul fuoco».

Infine l’esponente anconetano di Casapound punta il dito contro la gestione del nosocomio di Senigallia. «Il caso è finito addirittura sotto i riflettori di Striscia la notizia a causa di un macchinario per la risonanza magnetica, acquistato nel 2014, che, tra ritardi e lavori, ancora non è entrato in funzione. Anche qui la carenza di personale impedisce ai vari reparti di svolgere la loro normale attività medica o addirittura, come nel caso di Gastroenterologia, porta alla loro chiusura.

Lo striscione di Casapound a Senigallia
(Foto: Casapound)

A ciò si aggiungono i disagi causati dai tempi biblici per le liste d’attesa per il laboratorio analisi. Già da questi esempi risulta abbastanza chiaro in quale situazione versa il sistema sanitaria provinciale, ormai dilaniata da tagli, privatizzazioni e logiche clientelari. Ma a fare le spese sono sempre e solo i cittadini».

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