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Sanità, Anaao Assomed verso lo stato di agitazione. Storti:«Nessuna regia occulta»

Al centro della polemica la determina varata dalla Direzione regionale Salute per riorganizzare l'assetto dell'Asur Marche. Volpini: «Coniugare gli adempimenti normativi nazionali con la funzionalità dei servizi e nel rispetto della professionalità dei medici»

ANCONA – I medici dirigenti di Anaao Assomed vicini a proclamare lo stato di agitazione nelle Marche. Il sindacato punta il dito contro la determina 742 varata dalla Direzione regionale Salute il 31 dicembre scorso per riorganizzare l’assetto dell’Asur Marche. Ma il risultato fa a dir poco storcere il naso ad Anaao Assomed perché «ha tagliato 130 incarichi di struttura».

Il segretario regionale Oriano Mercante proprio non ci sta e sbotta annunciando che intende disertare la riunione del 13 gennaio nella quale si sarebbe dovuta avviare una trattativa sulla questione. Ma per Anaao c’è poco da trattare tanto che chiede «l’immediato ritiro e non il semplice dilazionamento» della determina, annunciando lo stato di agitazione.

«La misura è veramente colma – spiega Mercante. Ormai è chiaro che si intenda penalizzare la sanità pubblica e si intendano penalizzare i medici ospedalieri demotivandoli e riducendone le prospettive di carriera». «Dopo le ripetute richieste di soccorso dei colleghi retrocessi nella carriera dopo anni di sacrifici – prosegue – con comportamenti clamorosamente non equi e difformi da situazione a situazione, il nostro sindacato non intende ulteriormente accettare questo progressivo degrado delle condizioni lavorative».

Burocratizzazione crescente delle attività mediche e ritardi nel pagamento degli emolumenti, sono tra le criticità per le quali il sindacato chiede soluzioni, responsabili di favorire la fuga dei medici verso le strutture private accreditate più attrattive e remunerative. Insomma un taglio, che proprio non va giù ad Anaao Assomed e che interessa Asur, Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, anche se secondo il sindacato non sarebbero esenti nemmeno Marche Nord e Inrca, oltre all’Arpam.  «In due anni la scelta di tagliare 130 strutture di cui 73 complesse e 57 semplici è, a nostro avviso, una pervicace opera di minamento della sanità pubblica marchigiana e di peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, specie medici», sostiene Mercante.

Oltretutto per il sindacato la questione andrebbe ad aggravare la cronica carenza di specialisti favorendo ancora una volta le strutture sanitarie private «ad appannaggio solo di chi può permetterselo e quindi per nulla solidale». «Verrebbe quasi da pensare che una regia occulta orienti i comportamenti dei Direttori Generali per danneggiare ulteriormente i medici del sistema sanitario regionale e favorire così la sanità privata».
Per il 17 gennaio Anaao Assomed ha indetto un consiglio regionale del sindacato nel quale decidere se proclamare lo stato di agitazione.

La direttrice dell’Asur Marche Nadia Storti ha replicato che si tratta di un passaggio obbligato dal patto per la salute 2010/2012 (art. 10) e dalla Griglia Lea 2012 che «prevedono per tutte le regioni degli standard di strutture organizzative complesse, semplici e/semplici dipartimentali in base alla popolazione e ai posti letto. Standard ai quali tutte le regioni si devono allineare nell’ambito di un certo arco temporale durante il quale resteranno operativi gli incarichi attuali».

Inoltre ha spiegato che non c’è «nessuna volontà di penalizzare o non valorizzare i medici» che definisce «patrimonio fondamentale del Sistema Sanitario Pubblico e elementi preziosi per la tutela della salute, soprattutto in una fase nella quale è estremamente difficile reperirli». «Nessuna regia occulta contro il sistema – pubblico – prosegue – , solo processi, richiesti da norme, nei confronti dei quali una condivisione e reciproco contributo ne permetterà una migliore applicazione».

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della IV Commissione Sanità Fabrizio Volpini: «Abbiamo ricevuto in Commissione una delegazione di medici per ascoltare le loro ragioni. Indubbiamente questo provvedimento ha determinato una serie di criticità all’interno dei servizi e del Sistema Sanitario Regionale prevalentemente sul versante ospedaliero, inoltre è discutibile come determina perché non condivisa con i sindacati e i medici». Volpini ha auspicato nuovi incontri nei prossimi giorni fra i medici e la direzione generale dell’Asur per cercare di «porre rimedio alle problematiche determinate e a quelle che arriveranno con l’applicazione della determina». «Confido nel buon senso della direzione generale dell’Asur – conclude – così che sappia coniugare gli adempimenti normativi nazionali con la funzionalità dei servizi e nel rispetto della professionalità dei medici».

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