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Evasione tassa di soggiorno. Le fiamme gialle del piceno recuperano 160mila euro

Nei guai 25 titolari di alberghi e bed and breakfast di San Benedetto del Tronto e Grottammare. Il comandante provinciale Iadarola: «Un messaggio forte di repressione e prevenzione». Gli imprenditori delle strutture ricettive dovranno coprire l'ammanco

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non avevano versato la tassa di soggiorno riscossa dagli ospiti delle strutture ricettive, alle casse dei Comuni di San Benedetto del Tronto e Grottammare per un importo complessivo di oltre 160mila euro. È così che sono finiti nei guai 25 albergatori della costa picena. A scoprire l’evasione sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che, guidati dal comandante Michele Iadarola, nel corso di una brillante operazione hanno denunciato per peculato e segnalato alle Procure di Ascoli Piceno e di Fermo, 25 rappresentanti legali di alberghi e bed and breakfast della costa picena tra San Benedetto del Tronto e Grottammare.

Gli albergatori, omettendo o ritardando il pagamento dell’imposta si appropriavano indebitamente della stessa causando un danno ai bilanci dei Comuni. I finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno, al termine di una capillare e intensa attività ispettiva, condotta anche con la collaborazione dei Municipi del litorale, hanno portato alla luce l’evasione che può configurare una violazione di carattere penale oltre che un danno erariale. I titolari di alberghi o di bed and breakfast, in seguito all’obbligo di esigere somme dovute dai turisti, assumono la duplice veste di “incaricati di pubblico servizio”, a cui sono potenzialmente ascrivibili una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione, e di “agenti contabili”, in quanto gestiscono denaro pubblico per conto dei Comuni.

Appropriazione indebita e peculato le accuse di cui debbono rispondere gli albergatori, ai quali la Corte dei Conti chiederà di colmare l’ammanco di denaro.

Il comandante provinciale delle fiamme gialle di Ascoli Piceno, Michele Iadarola

Un’attività repressiva, quella dei militari delle fiamme gialle, spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, Michele Iadarola, che ha come «obiettivo quello di far sì che i comuni percepiscano le somme di loro spettanza indebitamente trattenute o versate in ritardo dai titolari».

«Facendo un resoconto di quest’attività ad inizio stagione – prosegue il comandante provinciale – lanciamo un messaggio forte, quello di una vera e propria attività di polizia economico finanziaria in chiave non solo repressiva, ma anche preventiva, che dimostra come abbiamo gli occhi aperti anche su questa tassa. È un invito forzato a rispettare la dazione dovuta ai comuni».

Un controllo articolato che ha interessato un periodo ampio, ovvero gli ultimi 5 anni, fino a quando è possibile pretendere l’imposta, sottolinea Iadarola. Una somma rilevante per le casse dei comuni i 160mila euro recuperati nell’ambito di una «indagine a sistema che colpisce non un singolo soggetto ma un ambito più vasto nel quale si possono celare elementi a rischio di evasione» conclude Iadarola.

Controlli che la Guardia di Finanza intende proseguire e intensificare allo scopo di salvaguardare l’integrità dei bilanci pubblici, combattendo il fenomeno dell’evasione dell’imposta di soggiorno nella provincia ascolana.

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