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Riprogettazione servizi educativi e sociosanitari sospesi causa covid: firmato il protocollo

L’accordo è stato sottoscritto questa mattina (10 giugno) tra Regione Marche, Alleanza delle cooperative Italiane Marche e organizzazioni sindacali nel corso di una videoconferenza

La firma del protocollo

ANCONA- Un protocollo di intesa per riattivare e riprogettare i servizi educativi, sociali e sociosanitari rimasti sospesi in seguito all’emergenza covid e per dare risposte alle famiglie degli anziani, dei disabili, dei minori, delle persone con problemi di salute mentale e delle persone senza fissa dimora. L’accordo è stato sottoscritto questa mattina (10 giugno) tra Regione Marche, Alleanza delle cooperative Italiane Marche e organizzazioni sindacali nel corso di una videoconferenza. Il Protocollo è finalizzato alla collaborazione tra le parti che si impegnano a dare attuazione, a livello territoriale, all’articolo 48 del decreto legge 18/2020, creando le condizioni per provvedere rapidamente ai bisogni delle persone più fragili nel rispetto del piano individualizzato educativo riabilitativo e salvaguardare la continuità retributiva dei lavoratori. Nelle Marche gli operatori del settore sono circa 12 mila, i fruitori dei servizi di assistenza circa 30 mila.

I partecipanti alla videoconferenza

«Il rilancio dell’economia dopo una crisi così grande non si fa solo con gli aiuti alle imprese ma anche accompagnando e sostenendo il mondo dei servizi che si occupa delle persone fragili della nostra regione- dichiara il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli-. In una fase di cambiamento serve flessibilità e riprogettazione dei servizi tenendo conto di un contesto mutato. Per questo deve esserci disponibilità alla collaborazione da parte di tutti, per poter tenere insieme la qualità del servizio e la sicurezza delle persone. Quindi, essere in grado con forme nuove di garantire l’assistenza e vicinanza alle persone con fragilità. C’è poi il tema della tutela salariale dei lavoratori, infatti nel protocollo viene assicurato il 100% della retribuzione a chi lavora in questi servizi. Come Regione e come Asur, che sono i soggetti che intervengono in questa dinamica, mettiamo il massimo di disponibilità perché ci sentiamo protagonisti del percorso del rilancio del sistema. Questo protocollo è il segno che nella ripartenza stiamo attenti a tutti».

«Con questo protocollo si delineano le modalità con le quali si andranno a riorganizzare i servizi attraverso la co-progettazione tra enti locali, Ats e cooperazione sociale. È un passaggio fondamentale in quanto, con questa crisi, molti servizi sono stati chiusi e quindi vanno riprogrammati da capo– spiega Gianfranco Alleruzzo, presidente Legacoop Marche-. Le modalità con cui sarà fatto sono certe, c’è la tutela del lavoro e viene riconosciuto il ruolo della cooperazione sociale nella ripartenza dei servizi. Un riconoscimento che deve essere anche economico per continuare a garantire la qualità dei servizi ora e in futuro».

«È una sfida impegnativa quella che abbiamo davanti perché il lavoro è ancora tutto da sviluppare- afferma Sauro Rossi, che è intervenuto in rappresentanza dei sindacati-. Come confederazioni siamo impegnati, anche in riferimento al protocollo sancito con l’Anci nelle scorse settimane, a favorire nei territori gli approfondimenti che servono per rendere questo percorso il più costruttivo possibile quindi: servizi da rimodulare, attenzione al modo per renderli efficienti nella messa a disposizione per la cittadinanza, tutela del lavoro legata alla remunerazione dei servizi».

Anche se l’Anci non è firmataria del protocollo, alla videoconferenza ha partecipato il presidente di Anci Marche, Maurizio Mangialardi, in quanto l’associazione è stata tra i protagonisti del percorso che ha portato alla stipula dell’accordo.

«C’è un dibattito nazionale rispetto all’articolo 48, il presidente Decaro ha abbandonato il tavolo di confronto con il Governo in quanto l’Anci rivendicava la necessità di strutturare il percorso esattamente come lo ha incardinato la Regione Marche. Come ATS e singoli Comuni ci muoveremo per garantire la reinterpretazione dei servizi nei nostri territori».

Il protocollo prevede che i gestori dei servizi, che operano in convenzione, concessione o appalto, avvalendosi del personale disponibile già impiegato, anche dipendente da soggetti privati, assicurino la collaborazione attiva con gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) e, nel caso dei servizi sociosanitari, con ASUR, impegnandosi a erogare prestazioni in forme individuali domiciliari; prestazioni a distanza; prestazioni rese nel rispetto delle direttive sanitarie negli stessi luoghi dove si svolgono normalmente i servizi senza creare aggregazione per rispondere quanto più possibile alle richieste di sostegno degli utenti. Quindi, gli ATS per i servizi sociali e Asur per i servizi sociosanitari, riorganizzano in collaborazione le attività in funzione dei nuovi bisogni delle comunità secondo il metodo della co-progettazione.

Gli Ambiti Territoriali Sociali effettuano una mappatura dello stato dei servizi sospesi o rimodulati a seguito delle disposizioni legate all’emergenza covid-19; definiscono i criteri di priorità con cui riorganizzare i servizi e le attività; attuano la riorganizzazione avvalendosi delle procedure di co-progettazione da parte degli enti e dei soggetti gestori dei servizi e delle attività in essere al momento della dichiarazione dell’emergenza coronavirus. Gli interventi compresi nella co-progettazione dei servizi sono effettuati in modo da garantire la tutela della sicurezza e della salute degli utenti e delle loro famiglie, delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso la fornitura dei dispositivi di protezione individuali previsti dalle direttive sanitarie e dalla normativa vigente. Il Protocollo d’Intesa dura fino al termine dell’emergenza epidemiologica da covid-19.

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