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“Ride Through”, il libro-confessione di Alessia Polita

Ospite della Fidapa di Jesi, la campionessa di motociclismo presenta la sua autobiografia in vendita su Amazon

Alessia Polita

Un libro che è una confessione, una lettura tutta d’un fiato come quando trattieni il respiro un attimo prima di lanciarti in gara. Il cuore parte prima, è lui il motore vero di tutto. Lo sa bene Alessia Polita, jesina, campionessa di motociclismo e nella vita, che, dopo il terribile incidente a Misano che l’ha costretta su una sedia a rotelle, riavvolge il nastro dei suoi anni e ne tira fuori un libro-confessione. Si intitola “Ride Through”, perché nessuno come lei sa stare in sella alle sue emozioni, alle sue paure e alla sua voglia di misurarsi con le sfide.

Il libro che ha debuttato nei canali di vendita in occasione dell’8 marzo, sarà presentato nel corso di una convention “virtuale” organizzata dalla Fidapa Jesi giovedì 11 marzo alle ore 21,15 su Zoom. La Fidapa – Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sostiene le donne, promuove i loro talenti nella società ed è amplificatore di eccellenze, di valori e positive creatività nei diversi ambiti. Alessia Polita lo è come sportiva per l’eccezionale carriera motociclistica, ma lo è soprattutto come donna capace di sdoganare gli stereotipi di uno sport come quello delle due ruote, riservato esclusivamente agli uomini. Alessia, ospite della presidente Gianfranca Schiavoni, si racconterà e anticiperà questa sua prima avventura editoriale, per ora affidata ad Amazon.

Alessia quando nasce il libro?
«Il libro è nato subito dopo l’incidente del 2015 – racconta – non ho lasciato trascorrere del tempo e questo mi ha consentito di non dover rivivere tutto il dolore provato. Pian piano che i giorni passavano, scrivevo e annotavo tutto. Adesso ho solo rimesso insieme i pezzi, dando ordine e un filo logico alla narrazione».

È una sorta di diario?
«Sono io che, in 18 capitoli, racconto di me ai lettori, dall’infanzia quando ero una ragazzina tutto pepe, cresciuta tra i motori con mio padre e mio fratello piloti, all’amore per il motociclismo, le gare, l’incidente mio e di Eddi (La Marra, ndr.) e tutto il mio percorso fatto fino ad oggi. E spero che i lettori riescano a comprendere la mia storia attraverso i miei occhi e il mio modo di vivere, interpretare i fatti e cercare di voltare pagina…».

La copertina del libro autobiografico di Alessia Polita

Quale è stata la parte più complessa da scrivere?
«Ci sono due parti che mi hanno messa in difficoltà, perché erano difficili da raccontare in modo leggero e diretto, come sono io: il mio amore per il motociclismo e le gare, perché ho rivissuto tutto quello che ho perso. E il periodo post-intervento, la rianimazione, la riabilitazione».

Quante persone fanno parte di questa fatica letteraria?
«Ce ne sono tante, c’è il mondo. Dai piloti ai tecnici, dagli amici, ai medici e infermieri di Montecatone, le persone che hanno lasciato un segno nella mia vita. Anche se, per non dimenticare nessuno, ho appuntato i nomi su un foglio…ma mi sa tanto che ho dimenticato davvero qualcuno e se l’ho fatto me ne scuso».

Quale l’augurio per il libro?
«Che piaccia a tante persone e che attraverso le pagine venga fuori la mia personalità, per questo ho deciso di scriverlo da sola senza affidare la stesura a un professionista come avevo pensato inizialmente. Non volevo filtri nelle emozioni. Mi auguro che passi anche il messaggio che nonostante la vita è infame con qualcuno, bisogna avere la capacità di abbattere le barriere sociali – come quella delle donne nel motociclismo – ma anche nella vita quotidiana: una persona su una sedia a rotelle può ugualmente vivere a 330 km/h basta avere la mente aperta».

E cosa si augura Alessia per sé stessa?
«Di ritrovare la serenità e la spensieratezza che avevo quando stavo in piedi. Vorrei avere una famiglia, incontrare un compagno che condivida la vita con me, vorrei avere dei figli e tornare a fare sport. Vorrei tornare a vivere come prima».   

    

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