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Riconoscimento dei teatri storici nelle Marche, il dem Verducci presenta disegno di legge

Il senatore marchigiano è il primo firmatario del disegno di legge che vuole valorizzare il patrimonio di 71 teatri storici marchigiani. La provincia che ne conta più di tutti è Macerata, ben 23

Teatro Pergolesi di Jesi
L'interno del Teatro Pergolesi di Jesi

ANCONA – Depositato il 22 marzo in Senato il disegno di legge per riconoscere la qualifica di “Teatri storici delle Marche” a 71 teatri delle Marche. Il documento, di cui è primo firmatario il senatore marchigiano del Pd Francesco Verducci, punta a valorizzare «il patrimonio culturale marchigiano composto, tra gli altri beni, da un prezioso complesso di teatri storici, autentici gioielli architettonici ricchi di opere d’arte, che, grazie allo straordinario investimento regionale per il loro restauro avvenuto negli ultimi venti anni, sono stati recuperati e restituiti alle comunità».

Francesco Verducci

Tra gli altri firmatari del disegno di legge figurano anche i senatori Rampi, Collina, d’Alfonso, d’Arienzo, Ferrazzi, Iori, Laus, Manca e Rojc. «Le Marche sono una grande potenza culturale – afferma Verducci -, per il patrimonio diffuso in particolare nei piccoli borghi. Questo disegno di legge vuole rilanciare questo nostro asse strategico che ha enormi potenzialità economiche e lavorative».

Il senatore dei dem evidenzia che la densità di teatri storici nelle Marche è altissima, «un vero unicum a livello nazionale ed europeo, se si considera che tra il Settecento e l’Ottocento quasi tutti i comuni, anche piccolissimi, si erano dotati di un teatro. La gran parte di questi antichi luoghi di cultura sono aperti al pubblico, visitabili come altri monumenti, anche al di fuori del cartellone di rappresentazioni. Costituiscono un fondamentale patrimonio culturale, dalle molteplici potenzialità anche come asset strategico di sviluppo economico e sociale, che con l’approvazione di questa legge avrebbero un ulteriore e formale riconoscimento».

Solo nella provincia di Ancona sono 15 i teatri storici. «Il teatro quale elemento civico, modello introdotto dalla nuova concezione urbanistica ottocentesca, trova nel Pergolesi di Jesi l’esempio forse più eccellente delle Marche – spiega – . È alla fine dell’Ottocento che si ha la massima fioritura dei teatri, come Sirolo e Montemarciano. Un riflesso dell’intensa frequentazione da parte delle compagnie teatrali del nuovo asse che si era venuto a creare lungo la direttrice che da Rimini a Senigallia e Ancona proseguiva verso il sud delle Marche». Le stagioni teatrali all’epoca erano elemento di attrazione «per i forestieri negli anni in cui le città lungo la costa delineano la propria vocazione turistica».

Nell’Ascolano sono cinque i teatri storici, due dei quali nel capoluogo: il Teatro Ventidio Basso ed il Teatro dei Filarmonici. Il primo, con i suoi 842 posti è la più grande sala storica della provincia e la terza della regione.
La provincia di Fermo possiede dieci teatri storici, ma le sale, specie nei piccoli centri, «sono scomparse negli anni in cui le esigenze di spazi amministrativi hanno portato alla demolizione degli spazi destinati alle attività teatrali presenti nei palazzi comunali (celebre fu la demolizione del teatro di Falerone)».

La provincia marchigiana che più di tutte conta il maggior numero di questi teatri è quella di Macerata che ne ha 23. Numerose di queste sale teatrali, per lo più dalla classica tipologia a ferro di cavallo, sono state progettate da celebri architetti: ad esempio, Giuseppe Piermarini, autore del Teatro alla Scala di Milano, ha disegnato il Teatro Comunale di Matelica,  il celebre pittore Giuseppe Lucatelli ha realizzato il Teatro Vaccai di Tolentino.

Fra questi teatri spicca «per singolarità l’unico esempio tardo barocco superstite – fa notare Verducci – : lo splendido Teatro Lauro Rossi di Macerata dall’anomala tipologia a campana. Realizzato dal Bibbiena, ha rischiato di perdere la scenografica spazialità della cavea sotto gli ipotizzati restauri previsti dai mutati gusti dei secoli successivi. In questa provincia vi è anche il più piccolo paese della regione a possedere un teatro: Penna San Giovanni gode infatti di un vero gioiello dell’architettura teatrale, il settecentesco Teatro Flora che ha conservato l’originaria decorazione pittorica barocca».

In provincia di Pesaro Urbino ci sono 18 teatri storici. «Questa provincia trova nelle antiche tradizioni di allestimento urbinate un primato nella storia del teatro italiano: è grazie alle scenografie realizzate nel 1513 da Girolamo Genga nel Palazzo Ducale di Urbino che si introduce la scenografia prospettica dipinta, codificata e divulgata in Europa attraverso il celebre trattato del Serlio. Un mondo artistico e culturale – prosegue – attivo per secoli a cui si deve anche successivamente la formazione del grande Gioachino Rossini, un genio che comprova l’esistenza di questo ambiente articolato in luoghi dove lo spettacolo era fonte di stimolo e di vita, e che ad oggi ha mantenuto nella propria tradizione tale ricchezza».

Tra i teatri in funzione ci sono le due sale storiche più grandi della Marche: il teatro di Pesaro ed il teatro di Fano. Il Teatro Rossini con i suoi 872 posti è caratterizzato dall’ampio palcoscenico di ben 353 metri quadrati e da un’ottima acustica. Il Teatro della Fortuna, «con 900 posti, oltre alla bellissima cavea neoclassica possiede uno dei più significativi sipari storici».

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