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Rinasce la Biblioteca di San Severino

Intervista all'assessore alla cultura di San Severino Marche, Vanna Bianconi che fa il punto sulla riapertura della biblioteca Antolisei, chiusa a causa del sisma

(ANSA) - SAN SEVERINO MARCHE (MC), 12 APR - Terremoto: riapre al pubblic la biblioteca comunale "Francesco Antolisei" di San Severino Marche.+++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

SAN SEVERINO MARCHE – Ai più sarà già nota la figura di Francesco Antolisei, giurista e maestro di legge che ha operato in vari tribunali d’Italia. Un nome che qualifica la biblioteca di San Severino Marche, comune in provincia di Macerata, anch’esso duramente colpito dal sisma che ha scosso il centro Italia. Il terremoto aveva danneggiato buona parte del paese, e neanche il centro e i luoghi storici erano stati risparmiati. Uno dei siti più importanti per la vita cittadina e lo sviluppo sociale della città è proprio la biblioteca “Francesco Antolisei”, che il 12 aprile ha riaperto i battenti dopo i lavori di restauro e cura post sisma, ridando alla città un gioiello che i più apprezzano ancora. Un luogo fitto di pubblicazioni e stampe datate 1500-1700, più di 37000 volumi e manoscritti che rendono la biblioteca sanseverinate una delle più complete della provincia. San Severino può vantare un en plein di eventi culturali e tradizioni letterarie, come la pubblicazione della raccolta “Xenia” di Montale proprio a San Severino, in una piccola tipografia locale. E ora che la biblioteca ha riaperto i battenti è importante capire il suo timbro nella società del luogo. La biblioteca è stata ampliata grazie alla introduzione nella struttura di nuovi fondi, che a partire dagli anni ’80 hanno reso consultabili migliaia di documenti fotografici, giuridici e letterari. C’è molta passione nel lavoro di chi sta dietro questo luogo di cultura, che rappresenta un simbolo per San Severino, soprattutto dopo i tragici eventi che hanno colpito la cittadina. L’assessore alla cultura di San Severino Vanna Bianconi approfondisce la situazione.

Assessore Bianconi, come è stato ripartire?
«Dal punto di vista pratico ci sono ancora dei problemi, la biblioteca non è aperta del tutto. Non sono accessibili il fondo Coletti e l’archivio storico, c’è un’ultima stanza in cui bisogna ancora intervenire. Abbiamo deciso di riaprire per poter vedere dove si poteva arrivare. C’era una vera e propria necessità di farlo. Emotivamente invece è stato molto complicato, perché essendo al secondo piano di una struttura non si sapeva bene come avrebbe retto l’edificio. C’era un po’ di apprensione ma volevamo superare le attese e ci sembrava necessario riaprire per Pasqua. Ci serviremo anche dei sussidi che gli enti per il territorio conferiscono a chi ne ha bisogno in quanto i danni sono stati parecchi. Tuttavia oggi siamo aperti ed è giusto ripartite, anche se ancora con orari ridotti».

Che significato ha per San Severino la biblioteca?
«E’ un salotto culturale, letterario. Qui giovani, studenti, curiosi e appassionati vengono frequentemente. Soprattutto sono consultati gli scritti e i documenti della nostra città, delle nostre tradizioni, ed è per questo che la biblioteca assume per noi un ruolo fondamentale. E’ la radice culturale della città. C’è una vera e propria sala dotata di poltrone in cui è possibile consultare tutti questi documenti con le dovute precauzioni, in quanto molto preziosi».

Quindi c’è una buona affluenza?
«Si, quella non manca. Abbiamo anche il “Progetto lettura” che vede gli alunni delle scuole impegnati alla nostra biblioteca. Uno scrittore o un autore eseguono delle letture di turno spesso anche in luoghi extra cittadini, come le grotte. E questo progetto non si ferma, riparte insieme alla sua biblioteca. E’ un luogo troppo importante per la città e i suoi abitanti».

La biblioteca dunque aprirà con orari ridotti ed il weekend escluso, ma la forza e voglia di reagire non  manca alla popolazione di San Severino, che in occasione della Pasqua vuole regalarsi il suo luogo culturale, la sua biblioteca.

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