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Replica al vetriolo dell’Assessore pentastellato allo Sport al suo predecessore

«Ringrazio l'ex assessore di avermi indicato la strada della politica come da lui intesa, così da permettermi di intraprendere quella diametralmente opposta», la caustica replica a firma di Francesco Scaloni

L'assessore Francesco Scaloni

FABRIANO – «Ringrazio l’ex assessore per avermi indicato la strada della politica così come da lui intesa, così da permettermi di intraprendere quella diametralmente opposta». È caustica la fine della replica dell’attuale assessore di Fabriano allo Sport, Francesco Scaloni, nei confronti del suo predecessore, Giovanni Balducci. Quest’ultimo aveva, a sua volta, risposto al report del primo anno di mandato da parte di Scaloni.

E, ovviamente, la contro replica dell’Assessore della Giunta pentastellata di Fabriano non è tardata ad arrivare. «Ho letto delle singolari dichiarazioni di Balducci in ordine al mio primo anno di mandato. In questo periodo, per mia scelta, e non essendo nel mio stile, non ho mai fatto menzione alle attività delle precedenti amministrazioni, tanto che le sue affermazioni suonano quasi come una excusatio non petita, con quanto ne consegue».

E si passa a replicare, punto su punto. Primo «Per ciò che attiene il recupero dei crediti vantati dall’Ente, il sistema è contenuto in un regolamento comunale effettivamente adottato in precedenza. Mi sarei meravigliato se ciò non fosse stato previsto, mi viene da aggiungere. La domanda da porsi però è un’altra: come mai alla data del mio insediamento ho trovato posizioni debitorie vecchie di anni, con cifre a quattro zeri e senza neanche una lettera o una delibera di Giunta che ne sollecitasse il rientro? E sul punto posso ironizzare io».

Secondo. «Per ciò che attiene i rapporti dell’Amministrazione con le società (tutte) di Fabriano ho solo fotografato una situazione che ho potuto constatare di persona raccogliendo ciò che i vari dirigenti mi hanno riferito. Su questo punto Balducci potrà chiedere alle società stesse. Certo verrebbe da pensare che non aver percepito tali dissapori, soprattutto con società importanti per la nostra città, non fa che denotare la scarsa attenzione con il quale si è operato».

Terzo. «Anche io lavoro fianco a fianco con l’insostituibile Leandro Santini che però quest’anno, a esempio, non avrebbe organizzato la Festa dello sport se questa Amministrazione e questo Assessore non si fossero posti, dietro sua espressa richiesta, quali capofila nell’organizzazione, sollevando la stessa Consulta e i meravigliosi volontari da tutta una serie di incombenze e responsabilità. Anche qui, chiedere ai diretti interessati i quali hanno testimoniato di una delle edizioni della festa meglio riuscite di sempre.

Quattro. «Singolare poi che l’ex Assessore, ogni volta che ricorda il suo mandato citi quale fiore all’occhiello dello stesso sempre e solo il campionato del mondo di enduro. Quasi come quando i nostalgici del ventennio indicano nella bonifica dell’agro pontino e nella puntualità dei treni le eccellenze di quel periodo. In merito, premesso che molti fabrianesi neanche sono venuti a conoscenza di quell’evento e che esso ha avuto un impatto pari allo zero (dati alla mano) sull’economia cittadina (per non parlare di altro), ho potuto constatare di persona, in occasione della tappa del campionato europeo dello scorso aprile, la stretta vicinanza dell’ex Assessore al club organizzatore del quale indossava la maglietta mentre curava le premiazioni.  Peraltro, nel 2016, tale associazione è stata quasi del tutto sollevata dal pagamento per l’utilizzo degli spazi e degli impianti comunali. Verificare per credere».

Cinque. «Sulla riproposizione di discipline storiche, io ho solo appurato che le stesse hanno visto la luce grazie all’impegno di volenterosi dirigenti sportivi che se hanno avuto un aiuto e un appoggio lo hanno ottenuto da questa Amministrazione che ne ha ascoltato e ne ascolta le esigenze.

Sei. «Ancora, gli impianti: qui viene riproposto, come un mantra, un concetto espresso dai vecchi amministratori anche in altri settori: “ci avevamo pensato già noi” oppure “l’idea era la nostra”. Ebbene mi viene da dire che le cose non basta pensarle, ma bisognerebbe farle. Io, nel mio campo, ho trovato progetti che giacevano nei cassetti o soldi che dovevano essere spesi e che invece non venivano utilizzati. Tutto ciò, come diceva qualcuno, per la precisione».

Insomma, una replica al vetriolo che promette di non esaurirsi in breve tempo.

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