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La Regione Marche appoggia Ascoli come Capitale italiana della cultura 2024

Il sindaco Fioravanti chiede e ottiene il sostegno pubblico della Regione per la prestigiosa candidatura. Nasce un comitato di esperti per redigere il progetto, ma il percorso è molto impegnativo

ASCOLI PICENO – La Regione Marche appoggia la candidatura di Ascoli a Capitale italiana della cultura 2024. Lo hanno annunciato congiuntamente sia il presidente Francesco Acquaroli che l’assessore Giulia Latini, rispondendo ad una richiesta di sostegno del sindaco del capoluogo piceno Marco Fioravanti.

«Abbiamo appreso con piacere della candidatura della sua città – spiegano gli esponenti della Giunta regionale -. Ascoli Piceno rappresenta senza dubbio un connubio tra arte, cultura, architettura, enogastronomia, scrigno di una storia plurimillenaria, che fa da capofila ad un territorio ricco di eccezionalità. Una delle più alte espressioni dell’univocità del valore del nostro territorio, riconosciuta nei confini nazionali e internazionali».

Naturalmente, ricordano Acquaroli e Latini, la quale era stata assessore alla cultura di Ascoli nella Giunta Castelli e poi deputato della Lega per la circoscrizione locale, la candidatura «è solo l’inizio di un percorso in cui la visione e le aspirazioni si concretizzeranno». Ma la Regione non farà mancare il suo sostegno nella «consapevolezza che il successo nella competizione renderebbe Ascoli Piceno un polo culturale di traino all’intero territorio regionale».

Sostegno politico e istituzionale a parte, è ancora tutto da definire il progetto che la Giunta ascolana dovrà presentare per sperare in una riuscita concreta nell’operazione, sfidando molte altre città della Penisola. E l’esempio recente di Ancona, che nonostante il programma di grande respiro presentato per la candidatura 2022, è stata poi battuta da Procida, dimostra che la strada è molto ardua da percorrere.

Ascoli poi, pur avendo i numeri e un patrimonio storico e artistico invidiabile, non ha ancora servizi, organizzazione e strutture in grado al momento di competere in maniera efficace. Ma il Comune e le associazioni locali, oltre che gli enti interessati ad ottenere l’ambizioso risultato, si stanno giù muovendo nella direzione giusta. In primo battuta costituendo un comitato specifico che si dovrà occupare di stendere il progetto per la candidatura stessa.

Accanto al sindaco Fioravanti, all’assessore Donatella Ferretti e a quello della stessa Giorgia Latini, dovrebbero farne parte esperti d’arte come il direttore dei musei civici Stefano Papetti, di economia e marketing come il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori ma anche conoscitori del mondo teatrale come Luciano Messi, responsabile della Rete Lirica regionale. Con loro rappresentati della Soprintendenza ai beni culturali, dell’Accademia di Belle Arti, dell’Università di Camerino e di realtà come Icomos Italia, che opera proprio nella valorizzazione di patrimoni artistici a livello internazionale.

Basteranno tutti questi bei nomi, soggetti e specialisti del settore a far compiere il salto di qualità ad Ascoli, facendola salire dal ruolo di «bella addormentata» nel bosco a quello di protagonista dello sviluppo turistico e forse economico del sud delle Marche? Tutti se lo augurano ovviamente, ma il percorso appena avviato necessiterà certamente di uno sforzo di coraggio, innovazione, sprovincializzazione, creatività e collaborazione che non sempre sono stati dimostrati nel passato. Perdendo occasioni importanti di rilancio per un gioiello unico come la città picena, culla di una civiltà italica che esisteva prima di Roma.

Comunque sia il giovane sindaco Marco Fioravanti ci crede e conta anche su un forte appoggio di una Giunta regionale che dopo decenni ha lo stesso colore politico e lo stesso orientamento di quello ascolano: «Sono convinto che Ascoli ha tutti i requisiti per farcela, perché possiede un immensa ricchezza storica che affonda in radici culturali millenarie. Spero che tutti gli attori coinvolti, le associazioni e le realtà sociali del territorio si uniscano per raggiungere l’obiettivo finale».

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