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Referendum Costituzionale, le Marche potranno contare su quindici parlamentari

Con la vittoria schiacciante del Sì al taglio di deputati e senatori, la Regione dovrà rinunciare a nove eletti a Roma fra Montecitorio e Palazzo Madama

Senato della Repubblica (foto da Wikipedia)

ANCONA – Quindici parlamentari. Dieci deputati e cinque senatori. A partire dalle prossime elezioni politiche, le Marche potranno contare su tale rappresentanza a Roma. Attualmente, gli eletti fra Pesaro e Ascoli Piceno, sono 24. Ma la vittoria schiacciante del sì al referendum costituzionale ha sancito la rinuncia a circa il 35% dei politici marchigiani nella Capitale. Tanto per dare dei riferimenti, la Lombardia potrà contare su 95 parlamentari, il Lazio su 54, l’Umbria su 9.

Ogni senatore rappresenterà, in sostanza, circa 300 mila abitanti, e vi potrebbero essere zone completamente scoperte. Secondo i promotori del No, questa riforma, senza una modifica della legge elettorale esistente, rischia di non garantire una adeguata rappresentanza dei cittadini. È possibile, insomma, che le regioni più piccole, le Marche ad esempio, ne escano penalizzate, potendo contare su un minor numero di aventi diritto al voto. Tre sono comunque il numero minimo di senatori che ogni regione italiana deve eleggere (escluso il Molise).

L’entrata in vigore della riduzione del numero di parlamentari avverrà dopo lo scioglimento delle Camere, o alla prima cessazione dell’attuale legislatura, e comunque non prima di 60 giorni dalla entrata in vigore della legge. La modifica non riguarderà l’attuale Parlamento, qualora restasse in carica fino alla scadenza naturale del mandato. La riforma prevede complessivamente il taglio di 345 parlamentari: 115 senatori e 230 deputati in meno. Il Senato passa a 200 seggi elettivi e la Camera a 400.

Un Parlamento con meno componenti ha dunque bisogno di nuove regole per poter funzionare. A partire dall’elezione del Capo dello Stato e, come detta, da una “rivisitazione” dei collegi elettorali. Secondo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani di Carlo Cottarelli, i risparmi saranno di 57 milioni l’anno, pari allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana: più o meno un caffè (95 centesimi) all’anno per ciascun italiano.

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