Attualità

Reati ambientali in aumento, l’illegalità deturpa le Marche

Legambiente, Libera e Fillea Cgil presentano il Rapporto Ecomafia 2020. In crescita gli illeciti su rifiuti, cemento e fauna. Attenzione alta sulla ricostruzione delle aree del cratere sismico

ANCONA – Quattro reati all’ora contro l’ambiente in Italia. È il dato impietoso immortalato dal Rapporto Ecomafia 2020. Crescono gli illeciti, sia a livello nazionale, che nelle Marche. Sono 990 i reati registrati nel 2019 (il 2,9% del totale), con 1.042 persone denunciate, 4 arresti e 280 sequestri. Nel ciclo del cemento, 238 i reati con 264 persone denunciate, 3 arrestate e 40 sequestri. Nella filiera dei rifiuti, invece, 194 i reati accertati con 225 persone denunciate e 73 sequestri. Nella classifica delle archeomafie, inoltre, le Marche si posizionano tredicesime in classifica nazionale con 12 opere rubate (2% del totale), mentre nei reati contro la fauna, la regione si piazza al nono posto con 383 reati (4,7% del totale), 360 persone denunciate, 1 arresto e 133 sequestri. Sugli incendi, infine, le Marche sono sedicesime con 49 reati (1,3% del totale), 15 persone denunciate e 5 sequestri. (dati disponibili su www.noecomafia.it)

Sono alcuni dei numeri illustrati oggi, in videoconferenza, da Legambiente Marche, Libera e Fillea Cgil, assieme a Giancarlo Marchetti (Arpam), Gianpiero Andreatta (comandante Carabinieri Forestali Marche), Enrico Moretti (comandante Direzione Marittima Marche) e Daniele Paci (magistrato Direzione Distrettuale Antimafia Ancona).

«I numeri di questa nuova edizione del rapporto Ecomafia 2020 – spiegano Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente e Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – descrivono un quadro preoccupante, in cui aumentato i reati ambientali ma, grazie agli ecoreati introdotti nel Codice penale, anche la pressione dello Stato. Non bisogna però abbassare la guardia, perché le mafie sfruttano la crisi economica e sociale causata dalla pandemia per estendere ancora di più la loro presenza. Nelle Marche bisogna monitorare con impegno la ricostruzione e, più in generale, è fondamentale completare il quadro normativo per contrastare gli affari sporchi dell’ecomafia».

Don Paolo Gasperini (Libera) ha rimarcato che tali tematiche dovrebbero interessare tutti. «Riguardano la nostra vita presente, letteralmente rovinata dalle ecomafie. Non viviamo purtroppo in un’isola felice, qui nelle Marche, ed è fondamentale saper leggere i territorio, coglierne i segnali, senza ovviamente estremizzare le questioni. Bisogna essere vigili, sempre. Se l’inquinamento trova un contesto “inquinato” attecchisce molto più facilmente. A partire dalle parole usate per raccontare questi fenomeni». «Il combinato della ricostruzione, del recovery plan e del 110% faranno arrivare nella nostra regione centinaia di milioni dedicati al settore edile – ha sottolineato, dal canto suo, Daniele Boccetti, segretario generale Fillea Marche -. Senza contare infrastrutture ed edilizia ospedaliera che già erano in programma. Per cui l’attenzione deve essere massima così come i controlli che devono essere capillari. È importante qualificare il settore (imprese-lavoratori-materiali) e investire sulla sicurezza e sulla formazione».

La videoconferenza sul Rapporto Ecomafia 2020

Andreatta (Carabinieri Forestali Marche) e Moretti (Direzione Marittima Marche), dopo aver sintetizzato ruolo e attività svolte sul territorio e in mare, hanno riferito che spesso, nelle persone sanzionate, vi è consapevolezza del comportamento illecito nei confronti dell’ambiente, evidenziando l’esigenza di collaborare fra istituzioni e cittadini per ridurre i reati. Marchetti (Arpam) ha fatto il punto sulle mansioni dell’agenzia regionale per l’ambiente: «Tra gli ecoreati, i rifiuti rappresentano la parte più rilevante – ha commentato -. Dal nostro osservatorio, gli illeciti riguardano principalmente la gestione e derivano a volte anche dalla complessità normativa». Il magistrato Paci ha messo in guardia sui rischi di infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali, segnalando ad esempio le indagini effettuate sullo smaltimento delle macerie del sisma 2016, in cui sono stati riscontrati i reati di traffico illecito e corruzione. «Sul nostro territorio – riferisce – sono presenti aziende soggette a interdittive antimafia che operano in regione ad alta intensità mafiosa e persone legate in qualche modo alla criminalità organizzata».

Spazio quindi alle domande degli studenti che hanno assistito alla presentazione del Rapporto Ecomafia 2020. Fra le proposte emerse per tutelare maggiormente l’ambiente e promuovere l’economia circolare, l’approvazione rapida del disegno di legge che inasprisce le sanzioni su agromafia e agropirateria e del disegno di legge di tutela del patrimonio culturale, oltre all’introduzione dei delitti contro la fauna e alla omogenizzazione del sistema sanzionatorio sul ciclo rifiuti. «C’è molto lavoro da fare, è il momento giusto per farlo», il parere condiviso dai relatori, alla luce delle ingenti risorse che arriveranno dall’Europa e dall’uscita – si spera rapida – dalla pandemia Covid.

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