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Potenza Picena, convalidato sequestro calzaturificio. Lavoro nero e caporalato

L'attività commerciale il 25 luglio era stata oggetto di un blitz dei carabinieri. Molte le violazioni registrate dai militari dell'Arma, fra le quali l'assunzione di un dipendente "in nero" e la mancata installazione di impianti per prevenire incidenti e infortuni sul lavoro

POTENZA PICENA – È stato convalidato il sequestro del calzaturificio di Potenza Picena. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Macerata, Manzoni, su richiesta della Procura della Repubblica di Macerata. L’attività commerciale, con sede legale sulla Strada Regina, era stata oggetto di un blitz dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata, diretti dal maresciallo Martino Di Biase, con i militari dell’Arma della Compagnia di Civitanova Marche, guidati dal maggiore Enzo Marinelli, che aveva portato al sequestro dell’attività il 25 luglio scorso.

L’attività di controllo era stata disposta nell’ambito di una più ampia verifica capillare promossa dall’Arma dei carabinieri e dall’ispettorato territoriale del lavoro di Macerata, diretto da Fabrizia Sgattoni, per tutelare i lavoratori. Controlli che proseguiranno anche nei prossimi giorni, ferragosto incluso.

In seguito al controllo dei carabinieri all’interno del calzaturificio il titolare era stato denunciato e per il locale era scattato il sequestro preventivo per tutelare l’incolumità dei lavoratori. Numerose le violazioni accertate dai militari dell’Arma, fra le quali l’assunzione di un dipendente “in nero” su 10 lavoratori, la mancata installazione di impianti, apparecchi o segnali per prevenire incidenti e infortuni sul lavoro, l’omessa redazione del documento di valutazione dei rischi, la mancata nomina del medico competente, l’omessa informazione dei lavoratori sui rischi professionali e sulla loro prevenzione, l’omessa designazione degli addetti antincendio e alle misure di emergenza, l’assenza di dispositivi antincendio. L’azienda era stata multata per oltre 43mila euro.

I carabinieri stanno conducendo una serie di accertamenti per verificare la regolarità delle assunzioni degli altri dipendenti rispetto alle retribuzioni previste dal contratto collettivo nazionale e stroncare eventuali casi di “caporalato” (impiego di manodopera straniera in modo irregolare).

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