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Regionali, Maggi (M5s): «Nodo candidato da scogliere». Arrigoni (Lega): «Ceriscioli pronto per essere rottamato»

Ancora nodi da sciogliere sulle eventuali alleanze nel centrosinistra in vista delle prossime elezioni nelle Marche. Qualche spiraglio potrebbe arrivare dall'incontro in programma nei prossimi giorni ad Ancona, nella sede storica del Pd

Palazzo Leopardi sede del Consiglio regionale

ANCONA – Ancora non si sbroglia la matassa sulle eventuali alleanze per le elezioni regionali nel centrosinistra. A fare un po’ di chiarezza potrebbe essere l’incontro di coalizione calendarizzato per venerdì 10 gennaio (alle 17) nella sede dorica del Pd. Dopo il vertice regionale del Partito Democratico di inizio dicembre il Pd aveva rinnovato il suo appoggio al governatore uscente Luca Ceriscioli, anche se con qualche dissenso. Nel successivo incontro di colazione del 9 dicembre scorso la situazione si era ingarbugliata ulteriormente: Italia Viva, Articolo Uno, civici e Italia in Comune avevano espresso molto chiaramente la loro contrarietà ad un Ceriscioli Bis, ipotesi che invece aveva raccolto il consenso del Pd e di parte dei Verdi, mentre i socialisti non avevano espresso una posizione chiara, così come + Europa.

In ballo c’è una eventuale alleanza tra Pd-5 Stelle, ma la situazione è ancora in alto mare. Infatti «se all’incontro di venerdì il Pd dovesse continuare ad insistere su un Ceriscioli bis, nel centrosinistra potrebbe consumarsi uno strappo – spiega Piergiorgio Carrescia di Italia Viva – . Chiediamo discontinuità rispetto al passato, sia per quanto riguarda il candidato che su obiettivi e governance di temi fondamentali del programma quali sanità, sisma, ambiente e politiche del lavoro. Temi che ormai vanno affrontati in maniera chiara e definitiva».

Carrescia richiama alla coerenza e sottolinea che «nell’ipotesi in cui venga confermato Ceriscioli faremo le nostre valutazioni. Il problema non è la persona,  siamo delusi dai 5 anni di amministrazione regionale. Alle Marche serve un cambio di passo e una maggioranza nuova che in parte è già realtà perché 5 anni fa Italia Viva non c’era e non c’erano i 5 Stelle, se dovessero condividere la discontinuità che Italia Viva chiede. In Calabria c’è già un precedente: il governatore uscente del Pd non è stato riconfermato. Penso che Italia Viva debba fare alleanze per vincere e poter governare bene, non certo “alleanze a tutti i costi” perché il prezzo lo pagherebbero poi i marchigiani».

E discontinuità la chiede anche il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Gianni Maggi che chiede al Pd un confronto sul programma e sul candidato per dare agli iscritti gli elementi precisi di un eventuale accordo. «Siamo ancora in una fase interlocutoria – spiega – la questione è affrontata a Roma dove c’è stato un vertice tra Di Maio e Zingaretti. Insieme ad altri consiglieri regionali, comunali e alcuni parlamentari abbiamo chiesto di votare su Rousseau per avere indicazioni su quale percorso seguire alle elezioni regionali nelle Marche, prima però occorre fare chiarezza non solo sul candidato, ma anche sul programma: la sanità, il lavoro e l’ambiente su tutti, occorre capire quali sono le idee del Pd su questi importanti temi, quale sarà il programma? Questi sono punti imprescindibili. Poi è chiaro che se il Pd conferma come candidato Ceriscioli l’accordo non si farà e in quel caso è inutile votare su Rousseau».

Maggi però spinge sull’«accordo col Pd, essenziale per non consegnare le Marche nelle mani di Salvini e del centrodestra». «L’alleanza con il Pd andrebbe a favore dei marchigiani, andando all’opposizione potremo fare ben poco per i marchigiani, e un’occasione del genere difficilmente ci si ripresenterà ».

Sui nomi di un eventuale candidato Maggi rinnova il suo appoggio all’ex rettore dell’Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi: «È un candidato civico e non essendo né del Pd né nostro, su di lui possono  convergere i più ampi consensi. Ha esperienza organizzativa e amministrativa, inoltre gode trasversalmente della stima e della fiducia di molti, è un candidato sicuramente spendibile».

Intanto il segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli  ha dichiarato: «Alle prossime elezioni regionali la sfida sarà tra la destra e un campo largo democratico, progressista e civico. Siamo noi l’unica alternativa e argine alla destra estrema, sia nei valori ma anche nelle idee e nella qualità delle persone da candidare al servizio delle Marche. La partita è aperta, si può vincere».

Maggi il segretario del Pd Gostoli ha allargato l’incontro di venerdì ai 5 Stelle, andrete? «Se arriverà l’invito andrò, ovviamente mi confronterò anche con gli altri colleghi in Regione». Intanto il fronte dei pentastellati favorevole all’accordo con il Partito Democratico si compatta, nonostante qualche consigliere e parlamentare sia in disaccordo. Ma su questo Maggi tira dritto e dice «chi è in disaccordo dovrebbe dimettersi, dal momento che al governo Pd e 5 Stelle sono insieme, non comprendo le ragioni perché a livello regionale la situazione debba essere diversa da quella nazionale».

Tra i “dissidenti”, secondo fonti vicine al Movimento 5 Stelle ci sarebbe una parte dei pentastellati fabrianesi e qualche anconetano, tra i parlamentari invece Terzoni che non vedrebbe di buon occhio l’intesa.

La Lega intanto mette il dito nella piaga e per voce del coordinatore regionale, il senatore Paolo Arrigoni, parla di Ceriscioli come di un candidato «pronto per essere rottamato» da una imminente intesa fra Pd e 5 Stelle.

Paolo Arrigoni
Paolo Arrigoni, senatore e responsabile della Lega per le Marche

«Pd e M5s, a Roma e ad Ancona, si sono dati molto da fare in questi ultimi giorni per confezionare anche nelle Marche un’alleanza contro natura per le elezioni regionali della prossima primavera» spiega Arrigoni in una nota stampa. «L’unico elemento che unisce Pd e 5 Stelle – prosegue – è il terrore del giudizio dei cittadini e lo dimostra il fatto che fino a poco fa i due gruppi in consiglio regionale hanno sempre votato in maniera opposta».

Insomma per il senatore della Lega si tratta di un «accordo delle poltrone, giocato sulla pelle dei marchigiani. È l’impresentabile Ceriscioli, a parole sempre difeso dal Pd ma oggi pronto per essere scaricato e bollato come unico responsabile dei fallimenti decennali della sinistra, che ha portato le Marche sull’orlo della crisi economica e sociale».

Situazione non semplice anche nel centrodestra dove ancora manca una convergenza unanime sul candidato lanciato dalla Meloni, Francesco Acquaroli.

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