Pesaro

Pochi studenti, 23 scuole a rischio chiusura nelle Marche, la maggior parte nella provincia di Pesaro

I consiglieri Biancani e Vitri hanno presentato una mozione: «Acquaroli difenda i servizi nell’entroterra»

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PESARO – Ci sono 23 scuole a rischio chiusura perché con troppo pochi alunni. A farne le spese potrebbero essere i piccoli comuni.

I consiglieri regionali Micaela Vitri e Andrea Biancani non ci stanno: «Le Marche rischiano di perdere 23 scuole, di cui la maggior parte sarebbe nell’entroterra della provincia di Pesaro, a causa della riorganizzazione prevista dal Governo Meloni».

Con la Legge statale di Bilancio, approvata il 29 dicembre 2022, si prevede infatti l’innalzamento della soglia minima di 900 studenti per poter avere un’autonomia scolastica con un proprio dirigente. Precedentemente il numero minimo era di 600, ridotto a 400 nei comuni montani e isole. Per l’anno scolastico 2021-2022, era stato poi abbassato rispettivamente a 500 e 300 studenti.

«Ora invece il Governo va nella direzione opposta e a farne le spese saranno proprio i cittadini dei comuni più piccoli dell’entroterra. Per questo abbiamo presentato una mozione, sottoscritta anche da tutto il Gruppo Pd, prevista all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale di martedì prossimo, con la quale si chiede alla Giunta di attivarsi presso la Conferenza Stato-Regioni, la Presidenza del Consiglio e i Gruppi parlamentari per manifestare la contrarietà della nostra Regione a questa norma mai condivisa con gli Enti Locali. Proponiamo inoltre di intraprendere un ricorso presso la Corte Costituzionale come già hanno fatto dalle Regioni Campania, Emilia- Romagna e Toscana. Il gruppo Pd al Senato ha già presentato un emendamento che sopprime la norma sul ridimensionamento scolastico».

Vitri e Biancani chiudono: «Ci aspettiamo che il presidente Acquaroli, considerate le tante promesse fatte nelle aree interne in campagna elettorale, condivida le ragioni della nostra mozione e al tempo stesso combatta nelle sedi istituzionali difendendo i servizi scolastici pubblici, invece di proporre incentivi a chi si iscrive alle scuole paritarie private come ora previsto dalla proposta di legge 165, presentata il 6 febbraio. Prima di approvare bonus e risorse per le scuole private, occorre assolutamente un piano di sostegno dei servizi pubblici sia 0-6 anni (in cui le Marche investono solo il minimo previsto per legge del 25% piuttosto che il 70% come l’Emilia Romagna), oltre allo sviluppo e ammodernamento degli istituti primari e secondari».

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