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Piscine, si allenta il pressing dei consumi energetici. Ma senza ristori si rischia la chiusura 

Si va verso la bella stagione. Le piscine di Ancona e provincia si scoprono e calano i costi energetici. Ma senza misure ad hoc il problema tornerà in autunno

ANCONA – L’inverno è passato. E l’arrivo della bella stagione permette agli impianti natatori di risparmiare qualcosa sui consumi energetici. Ma i mesi freddi hanno comunque fatto accumulare ingenti debiti che adesso vanno ripianati attraverso formule di rateizzazione delle bollette o tramite  la revisione degli accordi con gli enti comunali proprietari delle strutture. E a preoccupare le società di gestione degli impianti è il prossimo autunno. Se non si saranno trovate soluzioni adeguate, o il costo dell’energia non sarà calmierato, allora c’è seriamente il rischio che qualche struttura non proseguirà con le attività sportive.

Le chiusure temporanee

Chiaravalle e Osimo hanno già visto due piscine dover fermare, seppure temporaneamente, la somministrazione dei servizi. «Nell’impianto comunale di Chiaravalle – fa sapere Igor Pace della Cogepi, società che gestisce la struttura – ne abbiamo approfittato per anticipare i lavori di manutenzione». Mentre a Osimo «siamo arrivati a questa decisione  – spiega Mirko Santoni della Team Marche – perché il pallone geostatico non è coibentato e dunque i consumi energetici per il riscaldamento erano diventati troppo elevati». Adesso sembrerebbe che l’emergenza sia rientrata, soprattutto grazie alle temperature più miti e l’arrivo della bella stagione che permetterà alle strutture di contenere i consumi. «Finalmente ci stiamo avvicinando al momento in cui l’affluenza aumenta e contemporaneamente crollano le spese per l’energia – continua Pace – ma bisogna affrettarsi a trovare delle soluzioni per far fronte alla problematica che si ripresenterà identica da settembre in poi». Infatti ormai la criticità del caro bollette si è capito che è diventata una questione strutturale e non passeggera. Dunque bisognerà prendere provvedimenti adeguati per far sì che le società di gestione degli impianti possano continuare ad erogare il servizio senza ulteriori stop. 

Le richieste

I rappresentanti dell’intero settore, infatti, sono stati recentemente a colloquio con il governatore della Regione Marche, Francesco Acquaroli, per sottoporre una serie di richieste tra cui l’intervento tramite risorse pubbliche per dare un po’ di respiro alle società di gestione. «Chiediamo che si costituisca un tavolo di lavoro per sostenere il lavoro delle piscine comunali – afferma Santoni – con le amministrazioni locali abbiamo già parlato e devo dire che stanno già facendo molto. Adesso è il momento che si intervenga anche a livello nazionale con dei ristori adeguati, oppure dal prossimo inverno molti impianti dovranno alzare bandiera bianca». Tanto per rendere l’idea: «in una delle due piscine gestite da noi – prosegue Santoni – siamo passati da una spesa media mensile per il riscaldamento di 4.500 euro a 17mila euro. La valutazione della spesa pre-crisi era di circa 56mila euro all’anno. Ora la proiezione è lievitata a 218mila». Cifre da capogiro che non permettono sicuramente di poter essere sostenute solo con le entrate degli utenti. «Anche perché altrimenti dovremmo mettere gli ingressi a 50euro al giorno» ribatte il dirigente della Cogepi. «Servono strategie di efficientemento delle strutture – replica Pace – oppure che le amministrazioni si facciano carico temporaneamente dei costi di gestione degli impianti». La bufera, insomma, non è ancora passata. La situazione è solo in una fase di calma apparente, ma dietro l’angolo c’è pronta una nuova tempesta che sta per abbattersi con tutta la sua forza sull’intero settore. A meno che le istituzioni non trovino davvero una soluzione a medio termine per evitare il peggio. 

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