Ancona-Osimo

Piccole imprese patrimonio per i territori

Sono tantissime, più di centomila (122.223 per l’esattezza), le micro imprese attive nella nostra regione con meno di 10 addetti. E rappresentano il 94,8% del totale

Cesare Fumagalli e Giorgio Cataldi

ANCONA – Sono tantissime, più di centomila (122.223 per l’esattezza) le micro imprese attive nella nostra regione con meno di 10 addetti,  il 94,8% del totale delle imprese, quota che sale al 99,5% se si considerano le imprese con meno di 50 addetti. In queste imprese sono occupati 345.369 addetti, più dei tre quarti (76,2%) del totale degli addetti delle Marche, incidenza superiore alla media nazionale. Guardando questi numeri ci si può rendere conto di quanto le micro e piccole imprese siano vitali per il nostro sistema economico, eppure sempre più spesso queste piccolissime attività, il più delle volte a conduzione familiare, finiscono nel mirino di studi e ricerche, accusate di ostacolare la competività o non essere abbastanza innovative. Uno studio a cura di Confartigianato e Università pubblicato all’interno del libro “Artigianato e piccole imprese patrimonio per i territori”  ribalta questa convinzione e si pone l’obiettivo di valorizzare le piccole imprese come un patrimonio per i territori. L’iniziativa è stata presentata ieri nel corso della tavola rotonda con il segretario nazionale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il sindaco Valeria Mancinelli , il presidente della Camera di Commercio Giorgio Cataldi, il Pro Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, il segretario provinciale di Confartigianato Marco Pierpaoli.

«Abbiamo la certezza che il mondo della piccole imprese sia semi sconosciuto – ha dichiarato Cataldi – e in parte sottovalutato. Pensiamo agli studi di settore, alle rilevazioni di Banca d’Italia o dell’Unione Europea, queste piccole realtà non vengono mai menzionate, non fanno statistica”. A preoccupare l’associazione di categoria anche l’atteggiamento delle istituzioni “che emanano bandi il più delle volte non accessibili per questo tipo di aziende”. “Abbiamo voluto realizzare questo volume per inquadrare il fenomeno e sfatare un mito che vede le micro imprese nemiche della competitività -ha affermato Gregori- oggi poi il concetto dimensionale si è modificato, è meno rilevante anche grazie all’It che ha avviato un processo di democratizzazione. Bisogna distinguere tra i vari settori. Nel manifatturiero ad esempio una dimensione maggiore sarebbe utile e auspicabile per affrontare meglio i mercati, ma nel settore ricettivo,  ristorativo o legato all’artigianato è normale avere piccole realtà. Un altro concetto che va sfatato è che le piccole imprese non facciano innovazione: la fanno invece ma non risulta dalle statistiche perchè non è in bilancio».

I maggiori ostacoli che queste micro realtà incontrano sono la burocrazia, la stretta sul credito, le limitate competenze in alcuni campi come quello manageriale, della commercializzazione e controllo di gestione. Come aiutarle? “Con una minore tassazione – spiega Gregori- finanziamenti specifici, minor costo del lavoro”. Tra gli imprenditori presenti ieri Andrea Valla di Dadi & Mattoncini (Ancona) , Graziano Sabbatini di Point Tricot ( Osimo) e Officine Creative Marchigiane  di Pesaro.

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