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Pesaro Urbino, primo semestre di crescita. Sabatini (CamCom): «Finanziare ammortizzatori per non perdere manodopera»

Sono oltre 34 mila le imprese attive nel territorio e un export da 1.816 milioni di euro. «Il modello Marche ce la farà ancora una volta»

PESARO – Primo semestre di crescita economica per la Provincia di Pesaro. Ora l’autunno caldo, ma il presidente di Camera di Commercio Marche Gino Sabatini è convinto che il territorio supererà questa crisi.

Secondo i dati camerali alla data del 30 giugno 2022 le imprese registrate della provincia di Pesaro e Urbino sono 38.702, delle quali 34.031 attive. Il tasso di crescita del secondo trimestre 2022 è pari a +0,31%.

In termini di macro-settori di attività economica si contano 5.041 imprese del settore primario, 10.733 del settore industriale e 21.453 del terziario (di cui 8.344 del commercio).

Tra le attività manifatturiere, le imprese registrate sono più numerose con riferimento alla fabbricazione di mobili (943), fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchinari e impianti (801), confezione di articoli di abbigliamento (536), industrie alimentari (389) e industria del legno e dei prodotti in legno (345).

Il presidente Sabatini, in relazione alle criticità dovute al caro energia e caro materiali commenta: «È difficile fare previsioni. Speriamo davvero possa tenere l’economia, sappiamo che tante dinamiche sull’energia si muovono a livello europeo. Auspico che il nuovo governo possa avere un peso importante in Europa e trovare sinergie per risolvere il problema». Quanto alla tenuta dell’occupazione Sabatini si augura «che vengano rifinanziati gli ammortizzatori sociali in modo che le imprese possano non perdere manodopera specializzata. Nelle Marche c’è un’alta qualificazione, ecco perché le imprese devono tenere stretti i lavoratori. Abbiamo visto nella moda e calzature come le grandi firme abbiano fatto incetta di manodopera specializzata, creando disagi a chi l’ha persa. Il fatto che i grandi marchi vengano nelle Marche significa che c’è qualità nelle maestranze, ma siamo sicuri che manterremo la forza lavoro e il modello Marche ce la farà ancora una volta».

Esportazioni

Le esportazioni della provincia di Pesaro e Urbino nel primo semestre 2022 (dati ISTAT provvisori) sono pari a 1.816,5 milioni di euro (+21,8% rispetto al primo semestre 2021). Le voci più rilevanti sono state quelle relative a Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari (374,1 milioni di euro; +76,5% rispetto al primo semestre 2021), seguiti da Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (238,7 milioni di euro; +1,9%), Mobili (181 milioni di euro; +8,1%), Altre macchine di impiego generale (129,7 milioni di euro; +20,1%), Armi e munizioni (90,6 milioni di euro; +20,6%). Valgono il 50,8% dell’export pesarese del primo semestre 2022.

Ecco i paesi di destinazione: Francia (276,7 milioni di euro; +28,7%), Germania (247,4 milioni di euro; +36,2%), Stati Uniti (206,4 milioni di euro; +29,1%) e Spagna (106,1 milioni di euro; +29,7%) sono nel primo semestre 2022 i primi quattro mercati di destinazione delle esportazioni manifatturiere pesaresi (unici sopra il 100 milioni).

Il mercato del lavoro

Nella media del 2021 gli occupati della provincia di Pesaro e Urbino risultano essere 153mila, in crescita del 2,6% rispetto al 2021. Le persone in cerca di disoccupazione sono scese a 9 mila (-28,3%). Diminuiscono anche gli inattivi in età da lavoro che risultano essere 63 mila (-0,7%).

I tassi caratteristici del mercato del lavoro sono i seguenti: disoccupazione 5,5%, occupazione 67,5%, attività 71,5% (tutti e tre migliori della media regionale e di quella italiana).

Cassa Integrazione Guadagni

Nel periodo gennaio-agosto 2022 le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni sono 2.170.683 (-80,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, e anche molto inferiori al gennaio-agosto 2020). Tuttavia il valore resta molto superiore a quello risultante per l’analogo periodo del 2019. Il confronto con il 2021 mette in evidenza decrementi consistenti sia per la componente ordinaria (-87,3%) sia per quella in deroga (-97,6%), che risulta quasi azzerata. Al contrario risulta molto incrementata quella straordinaria, che ammonta a 1.089.500 (era pari quasi 46 mila nel gennaio-agosto 2021).

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