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Pesaro, ridotti i rilasci dalle dighe per contenere emergenza idrica

La portata dei fiumi cala, il Forum provinciale per i beni comuni chiede controlli su sprechi e vuole scongiurare l'apertura del Pozzo del Burano: «Non possiamo attingere dalle riserve profonde senza essere sicuri di non produrre danni ambientali irreversibili»

PESARO – Portate dei fiumi sotto la soglia critica, ridotti i rilasci dalle dighe per contenere l’emergenza idrica. Mentre il Forum provinciale per i beni comuni vuole scongiurare l’utilizzo del pozzo del Burano.
Le portate sono al di sotto della soglia di allerta fissata a 1400 litri al secondo. Ad oggi sono intorno ai 1200 litri al secondo. Per questo la Aato ha deciso di ridurre i rilasci in modo da avere gli invasi al meglio delle loro capacità. Il Furlo ha 300 mila metri cubi e quello di Tavernelle ne ha 500 mila metri cubi. Risultano all’85/90% della loro capacità.

Il nodo è San Lazzaro dove va sostituita una paratoia sghiaiatrice, cosa che ne limita l’efficienza. Per questo motivo dei 600 mila metri cubi di capacità si hanno solo su un quinto di riserve.

Intanto occhio agli sprechi perchè alcuni comuni hanno emesso ordinanze per il risparmio idrico e la polizia Provinciale sta facendo verifiche.

Il Forum provinciale per i beni comuni è molto critico. «Ancora una volta è emergenza idrica e quasi nessuno sembra accorgersene. Non sembrano essersene accorti quegli amministratori che, a due settimane dalle sollecitazioni  dell’Ente di Governo (Aato), non hanno ancora emesso le ordinanze di divieto ad un uso improprio dell’acqua o che le hanno emesse con deroghe; non sembrano essersene accorti quegli agricoltori che continuano ad irrigare nelle fasce orarie più calde; non sembra essersene accorto chi capta abusivamente acqua dagli alvei di fiumi e torrenti. Sono decenni che i fenomeni di stress idrico si ripresentano e noi siamo ancora a dibattere della questione negli stessi termini. Pochi i progressi fatti.

Forum provinciale per i beni comuni
Forum provinciale per i beni comuni

I cambiamenti climatici sono una realtà e queste giornate di calura ed eventi atmosferici estremi ne sono una riprova.  Programmare è la parola chiave. Non possiamo attingere dalle riserve profonde senza essere sicuri di rispettare i tempi di ricarica o di non produrre danni ambientali irreversibili. Il territorio va studiato in maniera puntuale. Occorrono i necessari finanziamenti e occorrono nell’immediato. Queste sono alcune delle grandi opere di cui abbiamo bisogno».

Il tema della riserva del pozzo del Burano è sempre caldo. Per ora una sua apertura è scongiurata. «Non è possibile fare semplicemente ricorso ogni anno al Pozzo del Burano, falda profonda e strategica, acqua potabile. Non si può aprire il Pozzo del Burano senza che siano state fatte rispettare  le limitazioni imposte e senza aver garantito un programma di controlli almeno per il periodo di emergenza. Quei sindaci che non hanno ancora emesso ordinanze o che le hanno emesse con deroga con quale coerenza e diligenza si stanno esprimendo?».

Il Forum incalza: «Esiste un progetto che vorrebbe che gli acquedotti della provincia fossero tutti interconnessi così da trasferire l’acqua di cui si ha bisogno da una parte all’altra del territorio. Troppo spesso, anche in piena emergenza idrica, abbiamo visto utilizzare acqua potabile per annaffiare giardini, rotatorie e campi sportivi. Il buon governo della risorsa acqua è un dovere che i rappresentanti istituzionali hanno nei confronti delle popolazioni di questi territori, ma soprattutto nei confronti delle generazioni future».

 

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