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Crisi, Ricci (Ali): «Non un governo politico coi 5Stelle, ma del presidente»

Il presidente della Legautonomie italiane e sindaco di Pesaro chiede unità a Renzi e Zingaretti. L'obiettivo è un esecutivo per evitare il tracollo economico

PESARO – Crisi di Governo, Matteo Ricci, presidente Legautonomie Italiane chiede «un governo del presidente che dimostri che Salvini non è il padrone dell’Italia. Non si legga come un governo politico coi 5Stelle, ma con chi ci sta».

È questo il pensiero del primo cittadino di Pesaro che guarda alla situazione difficile del Governo italiano. Un chiarimento rispetto a quanto già detto a “Il Dubbio e rispetto” al tema dell’inciucio tra M5S e Pd.

Ne ha per tutti, da Renzi a Zingaretti. «Un nuovo partito di sinistra capeggiato da Matteo Renzi finirebbe solo col fare danni ad una sinistra che deve recuperare il contatto con il popolo. A Zingaretti dico che non possiamo accontentarci di andare alle elezioni arrivando secondi. Entrambi devono evitare di dare ascolto ai posdaran che girano loro intorno e che rischiano solo di fare danni. Quelli di Zingaretti sperano che Renzi se ne vada, ma fanno un errore clamoroso perché rischiano di trasformare il Pd in Pds. Quelli di Renzi, invece, avendo paura di non essere rieletti lo spingono a creare un suo partito».

«Siamo in una fase delicata per il nostro paese, il fallimento di questo governo ha prodotto una stagnazione della nostra economia. In una situazione così drammatica sarebbe pazzesco pensare ad una divisione del Pd. La strada da seguire? Il voto sarebbe la cosa più lineare, ma il Paese rischia il tracollo economico e non possiamo fare aumentare l’Iva. Il Pd deve offrire una posizione autorevole, rimanendo coeso».

Poi Ricci rivolge l’invito ai due esponenti politici: «Bisogna aprire una discussione serena e unitaria, sapendo che non c’è una strada facile ma che c’é in gioco il futuro della Sinistra Italiana. Dobbiamo prendere esempio dalla rete di sindaci poiché questa è interfaccia più efficace e fondamentale con i cittadini, un antidoto al populismo di Salvini e al suo delirio di onnipotenza. Lui non è il padrone dell’Italia, e questo atteggiamento autoritario è pericoloso: non spetta a lui dirigere i giochi e decidere le sorti di un Paese. C’è una rete straordinaria del centrosinistra, persone come il sindaco di Milano Beppe Sala, ad esempio, che possono aiutare la segreteria nazionale: si riparta da lì».

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