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Pesaro, da residenza dei Della Rovere a luogo dimenticato. Lugli (M5S): «Recuperare gli Orti Giuli»

Il consigliere comunale: «Dopo venti anni di immobilismo occorre riaprire il bar e pensare ad eventi culturali»

Gli Orti Giulii

PESARO – Orti Giuli, l’immobilismo che non aiuta.

Il consigliere comunale M5S Lorenzo Lugli accende un faro su uno dei luoghi ad alto potenziale di Pesaro: «Gli Orti Giuli sono uno dei parchi storici più belli di Pesaro, ma anche uno dei più trascurati e abbandonati. Un tempo erano il giardino della residenza dei Duchi della Rovere, poi divennero un orto botanico e infine un parco pubblico. Oggi sono ridotti a un’area verde incolta e degradata, con una sezione delle mura di cinta demolita, una cannoniera scomparsa e un bar inutilizzato da vent’anni.

Questo è il risultato di infinite polemiche, che hanno portato ad uno stallo che ha penalizzato la città intera ed ha portato a sprecare l’opportunità di un finanziamento regionale di milione e mezzo di euro per il recupero dell’area. Un’occasione persa per restituire alla città un luogo di bellezza, cultura e socialità dall’eleganza intramontabile».

La proposta c’è. «Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo una visione diversa e innovativa per gli Orti Giulii. Abbiamo criticato le scelte delle amministrazioni precedenti ma, giunti allo stato attuale bisogna essere molto pragmatici e riconoscere che il bene di tutti non è certo l’immobilismo. Vogliamo valorizzarli come polo culturale e ambientale, in grado di attrarre turisti e cittadini, di offrire spazi per eventi, mostre, laboratori, incontri, di promuovere la biodiversità e la sostenibilità. Per questo abbiamo ideato un progetto di recupero e rilancio per la tutela della storia e dell’identità di uno dei luoghi del cuore della nostra città.

Sarà indispensabile coinvolgere i cittadini, rendendoli protagonisti e partecipi del processo di rigenerazione degli Orti Giulii, attraverso consultazioni, assemblee e volontariato che li restituiscano alla piena fruizione e godimento di un posto magico dove respirare la storia, l’arte e la bellezza. Bisognerà quindi aprire il bar, dopo un ventennio di attesa, trasformandolo in un punto di aggregazione per organizzare attività culturali e ricreative, valorizzando le potenzialità degli spazi interni ed esterni, in collaborazione con le realtà artistiche e creative del territorio.

Riqualificare l’orto botanico, attraverso l’uso di materiali e tecniche rispettose dell’architettura originaria, recuperando le specie vegetali autoctone e rare, creando percorsi didattici e sensoriali che coinvolgano scuole e associazioni. Un progetto ambizioso ma realizzabile, che ha già raccolto il consenso e l’interesse di molti cittadini, che ci hanno espresso il loro apprezzamento e arricchito con le loro proposte».

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