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Pesaro, Quartiere Centro Storico: «Gestione condivisa per vincere il degrado in via della Robbia»

Il presidente Storoni: «Occorre un impegno collettivo da parte di ogni attore, Comune, Provincia e Regione, Uisp e società che usano le strutture»

L'area di via della Robbia

PESARO – Degrado in via Della Robbia a Pesaro, il presidente del Quartiere Centro Storico pronto ai correttivi. Un’area di cui abbiamo parlato pochi giorni fa tramite il grido di allarme del responsabile del centro per l’impiego.

«Premesso che sicurezza, senso civico e decoro dovrebbero essere un diritto-dovere di ciascuno, devo dire che l’intervista di Claudio Andreani, responsabile del Centro per l’impiego, non mi ha colto di sorpresa – dice Luca Storoni, presidente del Quartiere Centro Storico – . La situazione della zona di via Luca della Robbia è ormai sotto gli occhi di tutti e parte da lontano. Proviamo a ricostruirla e facciamo un’operazione di verità, costruttiva. L’impresa costruttrice ha trascinato alla lunga il completamento dell’area pubblica, sportiva e verde, e non ha ancora terminato parte del residenziale privato; nel frattempo i campi venivano utilizzati abusivamente e si entrava aprendosi varchi nella recinzione e lasciando sporcizia ovunque. Poi la gestione dei campi affidata alla Uisp con l’intento di valorizzare il parco sportivo, ma il perdurare del non presidio costante dell’area ha invece consolidato la presenza di compagnie stabili e temporanee che durante la giornata si dedicano purtroppo al consumo di alcolici arrivando purtroppo a sfociare anche a sempre più frequenti episodi di spaccio e consumo di droghe».

La siringa a terra in via Della Robbia

Il presidente del Quartiere Centro Storico ritiene che «questo scadimento dell’area di Via della Robbia nasce innanzitutto dal carattere stesso del luogo in cui si trova il fabbricato residenziale: con un’area privata ad uso pubblico che collega viale Fiume con il parco, che non potendo essere delimitata/recintata è diventata per le sue caratteristiche isolate, nascoste e di poco passaggio un luogo di bivacco e latrina a cielo aperto. È possibile rivedere la convenzione bilateralmente o definire una nuova modalità affinché l’uso pubblico non crei insicurezza e danni materiali ai privati? Il parco sportivo è così una grande area aperta su tre lati: l’ampio passaggio pedonale che si collega a viale Fiume, un accesso aperto lungo via della Robbia e due portali che si collegano all’area di parcheggio posta sul retro, del confinante Centro per l’Impiego, area questa la cui proprietà è suddivisa tra Comune e Provincia».

Degrado in via Della Robbia

E ancora: «Il parco sportivo è trascurato – aiuole incolte, recinzioni dei campi semi-divelte – e sotto utilizzato anche a causa delle chiusure imposte dalla pandemia, e oltretutto ad oggi senza un’ipotesi di utilizzo libero a tempo parziale dei campi, cosa che il Quartiere considera fondamentale in quanto anche attraverso la libera fruizione, accompagnata da un controllo, il parco può divenire luogo di vera responsabile aggregazione giovanile. Quella delle partite di calcio o di basket improvvisate a squadre miste e casuali o dei tornei autogestiti. Quella dello sport per tutti.
L’area parcheggio retrostante al Centro per l’impiego è realmente un ricettacolo di sporcizia e promiscuità, che necessita di un importante ed immediato intervento e di manutenzione perché i tempi di ristrutturazione della parte restante dell’ex carcere minorile a Scuola che si sviluppano verso via Bertozzini, come anticipato dal nostro sindaco, non saranno brevi. Nel frattempo invece, almeno sul fronte stradale lungo via della Robbia, ci si potrebbe prendere cura del verde e del decoro delle aiuole.
Insomma per salvare e dare nuova vita a questo spazio della città, un bene di tutti, occorre un impegno collettivo da parte di ogni attore presente secondo una gestione e ripartizione delle competenze, delle responsabilità e dei desiderata: Comune, Provincia e Regione, Uisp e le società che usano le strutture, Quartiere, le attività artigiane e commerciali, i residenti e non, chi ci viene e vorrebbe tornarci. Allora sì, insieme, possiamo fare buone cose».

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