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Pesaro, camere svendute e prenotazioni incerte: i nodi del turismo

Fabrizio Oliva, presidente Apa Hotels: «Dobbiamo far capire che qui il mare è pulito». Il conte Marcucci Pinoli: «Bisogna insistere sulle eccellenze culturali»

PESARO – Turismo a singhiozzo, camere svendute e l’obiettivo di dare una nuova identità all’offerta pesarese. È tempo di primi bilanci al giro di boa dell’estate, a ridosso del Ferragosto, il periodo più caldo dal punto di vista turistico perché oltre al mare c’è il Rossini Opera Festival (Rof) che fa indotto.
«Abbiamo avuto due settimane di sofferenza a luglio, con una presenza turistica non proprio buona – spiega Fabrizio Oliva, presidente Apa Hotels Pesaro –, dopo i gruppi legati al turismo della terza età, non c’è stato ricambio. Ci sono state camere doppie vendute anche a 45-50 euro al giorno, troppo poco. Significa svendere per farsi concorrenza in maniera non ottimale. Oggi i prezzi medi sono tornati sugli 80 euro a doppia. Ma il tema è un altro».

Oliva Apa Hotels, Ricci e Vimini

Già perché i dati della Confartigianato hanno parlato di un calo di presenze del 14,6% in provincia di Pesaro, una riduzione molto importante. «Possono essere numeri possibili – continua Oliva – per questo occorre riformulare l’offerta e il modello turistico. Bene il turismo sportivo e quello legato al Rof, bene quello della terza età. Ma bisogna insistere sul tema del mare pulito per attrarre famiglie. Spesso veniamo accomunati alla riviera riminese, ma ingiustamente. Lì ci sono dei divieti di balneazione e nell’immaginario del turista italiano finiamo per pagarlo nelle prenotazioni. Qui abbiamo la bandiera azzurra e occorre ribadirlo nelle fiere e nella promozione di una città turistica legata alla cultura e al mare. Gli eventi di accoglienza sono tanti e vanno spinti rispetto al tema balneare».

Per Ferragosto non è ancora tutto pieno. «Il Rof contribuisce ad alzare il livello delle prenotazioni, ma abbiamo ancora camere libere. Speriamo di fare il pieno, la categoria ne ha bisogno».

Il conte Alessandro Marcucci Pinoli ha sei alberghi in provincia e commenta la situazione. «È una stagione particolare, il maltempo ha inciso. C’è chi lavora e chi meno. I più soffrono, ma occorre far capire che i prezzi bassi buttano fuori dal mercato. La realtà è che ci si rimette e basta perché non ci sono marginalità nei fatturati e non si riesce a dare la qualità richiesta. Abbiamo visto chiudere diversi alberghi perché fatiscenti, altri perché non potevano rinnovarsi. La politica turistica è sbagliata a livello nazionale, regionale e provinciale. Bisogna insistere sulla cultura e su eccellenze che si possono trovare solo qua, da quelle enogastronomiche a quelle culturali. Invece abbiamo assistito a scelte in controtendenza. La collezione d’arte del ‘900 è stata spedita da Pesaro a Urbino, il museo archeologico Olvieriano è chiuso da sei anni, il museo motociclistico Morbidelli ha smantellato. Così è veramente difficile formulare una proposta e un’offerta che porti il turista nei nostri luoghi, nei borghi e tra le eccellenze. Il Rof non basta».

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