PESARO – Diffide, rischio di sospensiva e veleni incrociati tra Confcommercio Pesaro e Confcommercio Ancona. Il caso fiera di San Nicola poteva avere code giudiziarie, ma aprirà un caso politico.

Le date scelte inizialmente erano dal 7 al 10 settembre, poi sono cambiate dal 10 al 12. Una retromarcia che l’assessore al Commercio Riccardo Pozzi spiega così: «Sono arrivate diverse diffide da alcuni ambulanti, scritte da studi legali, circa il rispetto delle date canoniche. I commercianti lamentavano il fatto che avrebbero perso altre fiere in caso di anticipo. Di fronte al rischio di ricorsi e una possibile sospensiva che avrebbe potuto anche annullare la fiera, abbiamo deciso di spostare le date con un po’ di buon senso. L’idea iniziale era di avere un weekend affinchè potessero essere presenti più persone, ma questo non è stato recepito».

Chi si toglie dei sassolini dalle scarpe è Davide Ippaso, segretario Confcommercio: «Sapere che la casa madre, la Confcommercio Ancona è tra i firmatari della diffida si presta a tante considerazioni. La Fiera di San Nicola è la più importante delle Marche con 660 espositori, ma forse al sud non lo sanno. Avevamo anticipato perchè nel weekend gli affari vanno meglio, volevamo salvaguardare gli imprenditori, ma non c’è stata possibilità di dialogo. Di 650 operatori partecipanti alla fiera, 169 protestano, di questi sono 90 gli ambulanti storici, 30 gli spuntisti e 45 quelli che non hanno mai partecipato alla fiera. Francamente non capiamo, ma ci saranno altri tavoli di confronto».

Infine Alessandro Ligurgo, segretario Confesercenti: «Erano state abbassate anche le cifre per partecipare, ma non è servito. Ne prendiamo atto e cercheremo di lavorare affinchè la Fiera vada per il meglio anche se si farà in giorni in cui la gente lavora». Aspes, tra gli organizzatori, studierà elementi di novità per poter attrarre visitatori anche nei giorni infrasettimanali.