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Pesaro, Ceriscioli: «Io candidato? Ci sto». Il bilancio di 5 anni da presidente della Regione Marche

Proponendosi per il bis, dice «Basta ad attacchi stupidi: avvantaggiano gli altri». Dà una stoccata ai rivali del centrodestra in tema di fascismo e parla di decreto sisma, crac della Banca Marche, tasse, liste d'attesa sanitarie ed economia marchigiana

PESARO – Numeri che raccontano 5 anni di mandato da presidente della Regione, ma anche messaggi precisi al partito, alla coalizione e agli avversari.

Luca Ceriscioli a Pesaro ha raccontato, in un dialogo con il giornalista del Resto del Carlino Luigi Luminati, i suoi cinque anni da presidente della giunta della Regione Marche. Lo ha fatto al cinema Astra lunedì sera.
La questione della candidatura a presidente della Regione per il centrosinistra è molto calda visto che è stata messa in discussione nelle ultime settimane. Ceriscioli ha sottolineato: «Mi sono messo a disposizione seguendo le regole del Pd, sono una risorsa. Ora costruiremo un’alleanza e cercheremo di capire che confine potrà avere. Io ci sto. A chi chiede discontinuità ho ricordato che ci sono le primarie. Non mi piacciono gli attacchi stupidi e inutili che danno vantaggio agli altri, fanno guadagnare terreno a chi ne ha già tanto».

Poi una stoccata ai rivali in tema di fascismo: «Se il sindaco di Ascoli partecipa ad una cena dove si inneggia alla marcia su Roma e alla domanda “perché fosse lì” si limita a dire “ero lì per sbaglio” e non si ricorda di dire che la marcia su Roma fu l’inizio del disastro di questo Paese, forse qualche preoccupazione dovremmo averla».

Si è parlato anche di economia e il governatore è stato secco: «Quella marchigiana va male. Il modello del piccolo è bello è cambiato, bisogna confrontarsi col mercato globale. A questo si è aggiunta la crisi di Banca Marche. E vedere cosa è successo per la banca di Bari fa rabbia. Avevamo chiesto di rifinanziare Bm con 400 milioni di euro, così avremo avuto un’altra regione. Non siamo stati ascoltati. Un tema costante, anche con 30 mila sfollati. Chiediamo più ascolto anche sul decreto sisma, per permetterci di ripartire oltre la burocrazia».

Ceriscioli ha rendicontato le Marche passando in rassegna diversi temi, «dalla riduzione del debito della Regione del 31% passando da 1046 milioni a poco più di 700 milioni. Ma anche una riduzione delle tasse con l’Irpef che è a una media di 320 euro in regione contro i 410 a livello nazionale».

E poi gli investimenti. «Tre miliardi per il sistema Marche, con 430 milioni per l’edilizia sanitaria, fondi su 800 km di strade disastrate tornate in capo alla Regione e fibra ottica. Sono un segno di buon governo». Rispetto al tema dell’ospedale unico di Pesaro, Ceriscioli ha sottolineato l’attesa della gara. «Una procedura molto lunga, ma quel giorno arriverà. Metteremo in moto un investimento a favore della salute e una struttura che farà crescere la qualità dei servizi. Spero che l’attesa corrisponda alla qualità dell’offerta».

Sulle liste d’attesa «ci abbiamo lavorato per tutti gli anni. Una crescita significativa anche grazie al bonus malus che ci permette di dare risposte grazie a convenzioni con privati, senza favorirli. È stato un patto coi marchigiani difendendo la sanità pubblica, evitando che i cittadini vadano a curarsi in Romagna».

Vengono citati investimenti anche sulla sicurezza delle scuole (515 milioni spesi). E sorrisi sulla Lonely Plantet che ha incoronato le Marche come seconda regione più bella al mondo. «Avremo grandi flussi turistici, il ritorno di immagine è incredibile. Abbiamo salvato l’aeroporto, ora dobbiamo potenziarlo».

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