PESARO – Accesso agli atti e diffida al Comune. La diatriba tra maggioranza e opposizione continua dopo la richiesta del centrodestra pesarese di ottenere le rendicontazioni di spesa per la Fondazione Pescheria.
Il presidente del Consiglio Comunale replica: «Ad oggi, il Comune di Pesaro e la Fondazione Pescheria hanno già messo a disposizione oltre 1.350 documenti riguardanti fatture, determine, situazioni e prospetti finanziari, includendo i contributi ricevuti dal 2012 a oggi, movimenti bancari degli ultimi anni, e il quadro di riferimento del budget e delle risorse destinate a Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 ai Consiglieri comunali che hanno fatto richiesta di accesso agli atti. La Fondazione Pescheria ha inoltre incontrato, in due diverse convocazioni, sia la XII Commissione Controllo e garanzia, sia l’XI Commissione Enti partecipati. La mole documentale consegnata dimostra l’assoluto impegno delle istituzioni coinvolte nel garantire trasparenza e accesso alle informazioni».
«Le richieste più recenti, che comprendono ulteriori 150 documenti stimati, risultano in larga parte relative a fatture già consegnate nei precedenti accessi. Questo comportamento, orientato a moltiplicare oneri amministrativi su documentazione già fornita o non necessaria, rischia di intralciare le attività di rendicontazione finali, che sono già sottoposte a rigoroso monitoraggio da parte del Ministero della Cultura, della Regione Marche e dello stesso Comune, in qualità di ente di controllo della Fondazione».
«Pertanto, per garantire un equilibrio tra il diritto di accesso agli atti e il corretto svolgimento delle attività istituzionali, il Comune, in accordo con la Fondazione Pescheria, ha deciso di richiedere un parere formale alla “Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo passaggio è finalizzato a stabilire un limite ragionevole per le richieste documentali».
«Ribadiamo che la gestione delle risorse pubbliche è condotta in piena conformità ai principi di trasparenza e legalità, nel rispetto delle normative vigenti e sotto la supervisione degli organismi preposti. Eventuali insinuazioni di opacità, prive di riscontro, rischiano di alimentare polemiche strumentali che non giovano al sereno confronto istituzionale».
«Confidiamo che il dialogo possa essere riportato su un piano costruttivo, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità di ciascuna parte, a beneficio della comunità e della buona amministrazione».