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Pendolaria, il dossier di Legambiente sul trasporto ferroviaria in Italia e nelle Marche

L'associazione ambientalista evidenzia che alle ferrovie è andato lo 0% della spesa regionale per le infrastrutture. Fra il 2010 e il 2017 il taglio ai servizi ferroviari è stato dell’1,5%

ANCONA – Sono oltre 28mila i cittadini che tutti i giorni viaggiano sui 386km di linea ferroviaria che percorre le Marche con 153 corse giornaliere. Un’utenza che ha visto, ad oggi, un taglio al servizio regionale ferroviario marchigiano dell’1,5% su un’offerta già non particolarmente competitiva, con risorse regionali per servizio e materiale rotabile, tra il 2006 e il 2016, di solo 1,96 euro per abitante all’anno.

A fotografare la situazione del trasporto ferroviario in nelle Marche è Pendolaria, il Rapporto annuale di Legambiente presentato oggi a Roma che analizza nel dettaglio numeri e storie di un’Italia a due velocità e le varie disuguaglianze che ci sono nel nostro Paese. Una situazione, quella del trasporto regionale, che rimane difficile e traccia il quadro di una mobilità su rotaia fatto di molte ombre e poche luci, con un investimento sul bilancio regionale dello 0%. La situazione della mobilità su rotaia nelle Marche, inoltre, non sembra presentare significativi miglioramenti. Anzi. Nelle Marche si contano 80 treni la cui età media è di 15,9 anni, con il 28,8% del materiale rotabile che supera i 15 anni. Per i servizi aggiuntivi ed il materiale rotabile dei treni pendolari nel periodo 2006-2016, le Marche hanno investito 29,45 milioni di euro, una cifra esigua se messa a confronto con quella di altre regioni decisamente più virtuose (la Lombardia ha investito 985 milioni di euro).

«Cambiare e migliorare la situazione che vivono ogni giorno migliaia di pendolari deve diventare una priorità, non solo per ridurre differenze e recuperare ritardi, ma perché rappresenta un grande investimento sul futuro delle Marche per contrastare lo smog, avere città più vivibili e sostenibili e per far risparmiare le famiglie – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – Chiediamo alla Regione di togliere la priorità degli investimenti alla realizzazione di strade e riequilibrare lo stanziamento delle risorse, spostando una parte dei fondi sulle rotaie. Non tutte le opere di costruzione di nuove strade, infatti, sono realmente utili, mentre è una priorità realizzare finalmente la metropolitana di superficie che colleghi in maniera veloce e frequente tutte le località della costa marchigiana».

Altro tasto dolente, segnala sempre Legambiente, sono i finanziamenti statali per le infrastrutture. Da quanto emerge da Pendolaria, dal 2002 ad oggi i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade e solo per il 13% le reti metropolitane. Anche le Regioni continuano a scegliere strade e autostrade come priorità degli investimenti, come nelle Marche il caso della Quadrilatero. Resta, infatti, una valida opportunità da perseguire, secondo l’associazione ambientalista, l’idea della metropolitana leggera della Città Adriatica, ossia a un servizio di trasporto ferroviario con caratteristiche europee, che colleghi i 237 km, ed i 20 centri principali, con treni moderni a orari cadenzati, abbonamenti integrati e coincidenze con autobus locali, treni e pullman verso collegamenti interni e nazionali, ma anche il sistema di porti (commerciali e turistici) e aeroporti (Rimini, Ancona, Pescara).

Resta ancora da risolvere, inoltre, il collegamento tra le Marche e il Lazio. La linea, che conduce da Orte a Fabriano è lunga 140 km, mostra le maggiori criticità durante l’inverno, per la pioggia, il gelo ed in alcuni casi a causa delle foglie che creano problemi di aderenza delle ruote del locomotore sulla rotaia. Tutto questo scatena una serie di ritardi in particolare sui treni diretti verso Roma durante la mattina e di conseguenza pieni di pendolari, con i gravissimi disagi che si possono immaginare per migliaia di persone.

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