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Pd, Marasca si chiama fuori

Nessuna candidatura, né per le primarie né per il ritorno in Consiglio. E nessun eventuale incarico in Giunta. Il capogruppo del partito jesino rinuncia a correre alle elezioni. Mercoledì la decisione dei democrat, con Pirani in pole. Il commento del segretario Santarelli

Il capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Jesi, Matteo Marasca

JESI – «Faccio un passo indietro. La linea del partito è incompatibile con le mie idee». L’annuncio è del capogruppo Pd Matteo Marasca, che da mesi chiedeva di ricorrere alle primarie per decidere il candidato a sindaco per i dem nelle elezioni della prossima primavera. «Ritiro la mia candidatura – dice Marasca – che le primarie si facciano o no». Ma non solo. «Non correrò nemmeno per il Consiglio comunale – è la precisazione -, non sarò in quella del Pd o in altre liste, né sarò disponibile per incarichi di Giunta nel caso in cui il Pd vincesse». Un ritiro non di poco conto, alla luce delle 470 preferenze, il più votato in assoluto, che Marasca aveva raccolto nelle amministrative del 2012.

Spiega Marasca: «Pensavo di potere essere utile al partito ma prendo atto che la risposta è stata negativa. Si parla da mesi di fare sintesi su “leggendari” candidati unici. A mio parere la sintesi si sarebbe dovuta trovare nella volontà del nostro popolo, con il confronto aperto e la trasparenza dello strumento delle primarie. Si è preferito il confronto autoreferenziale all’interno del partito».

Marasca per le primarie si era messo in corsa. «Mi ero messo a disposizione, hanno detto che la mia era una candidatura per ambizione personale. E che era isolata. Forse isolata all’interno del partito, non in città. Io mi sentivo pronto, per la mia città che conosco bene e di cui conosco la macchina amministrativa. E per quello che sentivo in mezzo alla gente, che è dove il Pd dovrebbe stare, non chiuso dentro la Casa del Popolo». Precisa poi il trentaduenne consigliere comunale, ricercatore con un dottorato alla facoltà di Economia e Commercio della Politecnica delle Marche: «Il mio impegno continua, da iscritto. Mi impegnerei per una persona giovane e di prospettiva. Il Pd ha ancora le carte in regola per vincere. Ma il tempo perso in rinvii doveva essere stato speso per costruire un progetto politico di ampio respiro».

«Il Pd é chiamato ad una sfida impegnativa poiché é nostra intenzione fare il massimo per offrire alla città la proposta che merita per tornare a crescere – commenta il segretario Pierluigi Santarelli -. Per questo il percorso é stato e sarà laborioso ed avrà necessità di fare conto sull’impegno di tutti, ventre a terra tutti assieme. Mercoledì sarà un passaggio importante e sono certo che il percorso di una scelta condivisa ed autorevole diventa ogni giorno più forte».

Il riferimento è all’atteso appuntamento del 15 febbraio, quando andrà in scena l’Unione Comunale del Pd. Porte sbarrate ai giornalisti. Il parlamentino locale democrat sarà infatti chiamato a convergere su di un nome da schierare contro Massimo Bacci e gli altri pretendenti alla carica di sindaco. In aumento, dunque, le quotazioni di Osvaldo Pirani, primario di radiologia all’ospedale Carlo Urbani. Ma potrebbero esserci sorprese. Qualcuno, nelle settimane scorse, aveva lanciato nella mischia Nicola Vannoni, attuale consigliere comunale. Resta poi l’incognita Ero Giuliodori.

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