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Dalla vasca al palcoscenico, la storia del Gruppo Teatrale Clorofilla-b

Il gruppo di teatro di comunità, che opera a Moie di Maiolati Spontini dal 2005, racconta il proprio lavoro e la propria ricerca, sempre ancorata a due saldi assi, «sociale» e «artistico»

Il Gruppo Teatrale Clorifilla B nel 2019 alla Fornace di Moie con lo spettacolo "Non è neanche il volo di un moscone"

Questa è una storia che inizia dal cloro di una piscina, l’esperienza di un gruppo di amici, con disabilità e non, che si sono incontrati condividendo in primo luogo l’amore per il nuoto. Tra le corsie disegnate a filo d’acqua, le amicizie si sono consolidate ed è nata un’altra passione, quella per il teatro ed il palcoscenico.

È la storia di un gruppo di teatro di comunità che opera a Moie di Maiolati Spontini dal 2005, prima sotto il nome di Gruppo Minimalia e poi “Clorofilla”. Oggi si chiama Gruppo Teatrale Clorifilla-B, con un nome che ricorda da un lato il cloro della piscina e dall’altro la molecola verde alla base della vita, utilizzata dalle piante per convertire la luce solare in nutrienti.

Ne fanno parte Simone, goloso di dolci, che ama suonare il pianoforte e cantare la musica italiana, ama anche danzare e recitare, per ora online ma appena si potrà lo farà anche in modalità live. Poi c’è Francesca, Francy o Puffetta per gli amici, la ragazza romantica dal sorriso contagioso, con un motto: «impara l’arte e mettila in scena, che il sipario si apra!». Flaminia, anche detta Flami, è molto curiosa, adora la natura e ha scelto di essere vegana. C’è Enrico, ‘Bartocci’ per gli amici , è un po’ orsetto nel senso di eremita: scappato da un lavoro che non lo entusiasmava ha trovato rifugio in un romitaggio, poi ha scoperto il teatro e non ha resistito ad unirsi ad un gruppo di persone fantastiche e fantasiose. Insieme a loro, ci sono anche Valentina, Andrea, Luigia, Gessica, Mariagrazia, Paola, Patrizia, e l’operatrice teatrale Arianna Baldini. Chi non l’ha ancora fatto, presto si racconterà e mostrerà il proprio identikit sulla pagina facebook del Gruppo Teatrale Clorofilla B. Per ora li si può vedere, tutti insieme, in un bellissimo video sempre sui ‘social’.

Il gruppo ha conservato negli anni spontaneità ed indipendenza. Vive grazie al sostegno dei partecipanti e delle loro famiglie, e si nutre di collaborazioni preziose tra cui, attualmente, quella dell’Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata e dell’ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Media Vallesina. Neanche la pandemia ha fatto desistere questi amici dal loro amore per il teatro: nei mesi del lock-down e anche ora hanno continuato ad incontrarsi online, per esprimere l’un l’altro le proprie emozioni e crescere insieme nell’arte. Nel 2020, causa Covid, hanno saltato il tradizionale spettacolo annuale, ma pochi giorni fa hanno annunciato via social che stanno mettendo a punto un nuovo lavoro in attesa della riapertura dei palcoscenici.

L’obiettivo del progetto, fin dalla nascita del gruppo, è quello di conoscersi attorno all’esperienza teatrale, strumento che si rivela a tutt’oggi di enorme valore per la relazione umana individuale e collettiva, per la de-costruzione di molti stereotipi e pregiudizi, e per porre attenzione alle diversità. «Il teatro di comunità è un’esperienza che procede tenendo lo sguardo fisso contemporaneamente su due orizzonti: sociale e artistico, vedute che reciprocamente si contaminano e si arricchiscono», spiegano i ragazzi del Clorofilla-B.

Dal 2007 il gruppo Clorofilla ha iniziato una stretta collaborazione con il Teatro Rebis, un ensemble indipendente che condivide lo stesso spirito secondo cui fare cultura e operare nel sociale sono due azioni che non possono viaggiare separate. Per dieci anni Teatro Rebis ha condotto con gli amici della Clorofilla un corso di teatro basato sullo sviluppo di una forma di creatività che si fonda sul contatto, l’osservazione e l’ascolto, per portare alla luce le potenzialità racchiuse in ognuno dei partecipanti, incanalando il loro sentire, il loro pensare all’interno di un progetto scenico che di anno in anno si confronta con tematiche universali e con classici della letteratura. Nel 2018 il gruppo vive un cambiamento nella conduzione. Da qui, ATGTP con il sostegno e supporto di ANPI-Mediavallesina daranno vita al nuovo progetto nominato Clorofilla-b, che celebra appunto la nascita di una nuova “molecola”. In questo nuova fase, il gruppo apre le sue porte e diventa un vero e proprio laboratorio di teatro di comunità, aperto a chiunque voglia partecipare, dove il linguaggio del teatro diventa canale di integrazione e collante sociale. 

Numerosi, in 16 anni di attività, gli spettacoli; l’ultimo nel 2019, alla Biblioteca La Fornace di Moie, è stato “Non è neanche il volo di un moscone”. Nel 2020, su invito dell’organizzazione anconetana che opera a favore del ricordo del sacerdote-pescatore Don Eugenio del Bello (figura di riferimento per la cura rivolta alla sua comunità, promotore di un profondo e capillare operato di integrazione locale, negli anni ’70, quando ancora lo stigma della disabilità imperava), il gruppo Clorofilla-b ha inizia una riflessione sulla figura del sacerdote, iniziando a tessere una tela che partendo da Don Eugenio, arriva all’opera narrativa di Erri de Luca, fino a toccare l’intimo emisfero dei ricordi personali dei partecipanti. Lo spettacolo era, è, pronto. La drammaturgia era costruita e le prove arrivate a buon punto, ma a marzo 2020 il gruppo ha dovuto fermarsi e riorganizzarsi online.

Uno degli incontri online del Gruppo Teatrale Clorofilla-B

Dopo un periodo di scambio di video, immagini, canzoni, nel tentativo di non perdersi di vista, successivamente il gruppo si è affacciato al mondo delle videocall. «Ero scettica pensando di incontrarci online, si possono fare molte cose grazie alla tecnologia, e in questo momento ci salva, ma non avrei mai pensato che avrei sentito da tutti questi quadratini, un senso così profondo di comunità e vicinanza», dice Paola, componente storica del gruppo Clorofilla.

Il laboratorio ha vissuto un lungo periodo online in cui sono state tentate nuove strade: una ricerca creativa di natura rodariana, finalizzata a creare performance nel format del teatro di strada, una condivisione di spezzoni teatrali per scambiare nel gruppo impressioni, valutazioni, sensazioni.

«Dopo un breve periodo di riapertura in presenza a settembre/ottobre, in cui si è tentato di riprendere il lavoro lasciato sospeso a marzo, una nuova recrudescenza del virus ci ha riportato di nuovo in quarantena e ci ha costretti a riprendere la nostra attività online», fa sapere il Gruppo. «A questo punto Arianna, la nostra operatrice, ci ha prospettato un nuovo percorso, ispirato all’opera di Calvino, “Le città invisibili”: quale era la nostra città immaginaria, quella in cui ci sarebbe piaciuto vivere? I testi prodotti, tutti davvero fantasiosi e originali, hanno infine portato alla realizzazione di un video, che diventerà un bel biglietto di presentazione del  nostro gruppo e dell’attività del nostro laboratorio. Attraverso vari passaggi, da quei testi sono nate delle sceneggiature che in questi giorni stiamo condividendo e trasformando in performance individuali, nella speranza di poterle presentare presto in teatro».

«Abbiamo vissuto con profondo trasporto questi mesi, uniti nell’obiettivo di salvare il nostro teatro. Noi abbiamo resistito, ma quando l’attore non ha un palco, spesso resta ignoto per la comunità. Intravedendo solo da lontano la prossima possibilità di tornare a parlare di noi direttamente al pubblico, abbiamo pensato che fosse il momento giusto per trovare un palco digitale. La pagina Fb è un progetto che nasce per questa ragione: continuare ad esistere, e a raccontare sul nostro diario digitale il nostro lavoro».

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