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La generosità osimana paga: i due Globi partono per il restauro alla volta di Firenze

Con lo strumento dell'Art bonus, diversi cittadini e imprenditori di Osimo hanno effettuato donazioni per permettere alle due opere create tra Seicento e Settecento di godere di nuova vita

I due Globi in biblioteca a Osimo
I due Globi in biblioteca a Osimo

OSIMO – In tanti, imprenditori e cittadini, hanno risposto in maniera affermativa all’appello della città di Osimo a contribuire al restauro dei due preziosi mappamondi conservati all’interno della biblioteca comunale: il Globo terrestre (1744) e il Globo celeste (1695). In esposizione fino a qualche giorno fa nella biblioteca comunale “F. Cini” di Osimo, sono partiti alla volta di Firenze per un restauro generale affidato alle mani esperte di Anna Fulimeni, di origini recanatesi.

Si tratta di due storici mappamondi appunto, quello del 1695 realizzato da Domenico de’ Rossi, con nomi in lingua latina e costellazioni indicate con le figure tradizionali, e il Globo terrestre, di autore anonimo, con i nomi sempre in lingua latina e l’indicazione dei tropici, dei circoli polari e di una rosa dei venti, entrambi in pessimo stato di conservazione. Solo dopo l’autorizzazione al restauro da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro Urbino, i due globi, realizzati in carta dipinta e legno, montati su supporti girevoli, sono stati trasferiti nel capoluogo toscano per essere riportati al loro antico splendore. Tutto questo è stato possibile grazie al supporto economico di cittadini ed imprese appunto che, attraverso lo strumento dell’Art bonus, hanno effettuato erogazioni di denaro a sostegno di un bene comune che potrà essere condiviso ancora dalle future generazioni. Ecco alcuni dei mecenati, altri hanno preferito restare anonimi: Abc Turismo Osimo, Apollo Cv srl, Astea spa, Azienda Vinicola Umani Ronchi, Cantiere delle Marche, Cna Tecno quality Srl, Mollificio Pirani srl, Massimo Morroni, Paima srl, Palm snc di Eusebi Manuela e C., Manuela Francesca Panini, Giuseppe Pellegrini, Siva srl, Silvia Socci, Stefano Zoppi.

L’appello

Due anni fa il Comune aveva fatto richiesta di aiuto. I tarli e poi il pulviscolo atmosferico, i sollevamenti diffusi del colore, le ossidazioni, avevano messo a rischio la salute dei due mappamondi. «I due grandi e preziosi strumenti di studio scientifico realizzati in carta dipinta e legno, montati su supporti girevoli, sono dal punto di vista storico importantissimi poiché tramite essi si può dare un giudizio su quanto gli uomini di scienza del tempo hanno lasciato testimonianza iconografica in merito alle loro osservazioni, misurazioni e scoperte», avevano spiegato dalla biblioteca. Il loro stato di conservazione era stato giudicato molto grave dagli esperti e pertanto necessitavano di un immediato, delicato e complesso restauro per salvarli dalla distruzione: intervento che, posto sotto l’egida della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, consiste tuttora nella loro disinfestazione, fermatura della pellicola pittorica, pulitura, stuccatura, incollaggi, integrazione pittorica delle lacune sulla policromia e protezione delle sue parti cartacee e lignee con vernice specifica e cera microcristallina. Il costo dell’intervento per i due beni patrimoniali era stato preventivato in novemila e 500 euro.

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