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“O marchigiani karma”: la hit diventa parodia per il terremoto

Il cantautore-metalmeccanico Giovanni Giungi ha realizzato la parodia di Gabbani e della sua Occidentali's Karma per denunciare la situazione in cui vivono le persone nelle zone colpite dal sisma, tra disagi e lentezze burocratiche

I danni del terremoto

«Qui non si parla solo di una canzone ironica e pungente, si parla della tragica situazione in cui si trovano i territori dell’entroterra marchigiano colpiti dal sisma e delle povere persone che dormono da mesi al freddo, nelle tende. Dobbiamo fare qualcosa per aiutare i nostri conterranei o nessuno penserà a loro. Bisogna continuare a tenere alta l’attenzione». Così Giovanni Giungi, in arte Tranca, compositore e autore autodidatta di Montecassino, parla del suo riadattamento musicale della canzone vincitrice di Sanremo Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani, reintitolata simpaticamente O marchigiani Karma.

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Già dal titolo, “karma”, calma in dialetto, e dal suo “la iente sè stufata”, si allude alla perdita di pazienza delle persone costrette a vivere da quest’estate nelle tende, anche dopo le lunghe nevicate degli scorsi mesi. Ascoltando il testo in dialetto montecassianese si percepisce come, oltre all’intento ironico, ci sia una chiara denuncia dell’attuale situazione in quei territori dilaniati dal 24 agosto. Inoltre, le immagini che scorrono durante la canzone, mostrano i danni provocati dall’emergenza neve, soprattutto per gli allevatori. Su Youtube il video ha raggiunto quasi ottomila visualizzazioni e sulla sua pagina Facebook sono moltissimi i commenti.

Fra le tante persone che scrivono, alcune vengono proprio da quelle tende mostrate nel video: «Le vecchiette dei paesi – dice Giovanni – mi chiedono di scrivere canzoni parlando di loro e della loro vita in quelle condizioni. Io sento il dovere di raccontare tutto questo. Non posso tirarmi indietro».

L’intento del cantante è quello di risvegliare gli animi: «Non voglio la celebrità, faccio il metalmeccanico – prosegue – e non pretendo assolutamente la fama. Mi piacerebbe soltanto che il mio messaggio fosse ascoltato da più persone e vorrei che arrivasse a chi conta e a chi decide il destino di questi poveri cittadini. Ho venduto tre quadri fatti da me per aiutare queste persone in difficoltà, faccio quello che posso, e ritengo doveroso mantenere alta l’attenzione verso la nostra gente che sta vivendo mesi tragici e che, dopo aver perso tutto, ora è alle prese con una burocrazia che rischia di fare più danni del sisma».

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