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Nuova discarica nel Maceratese: scatta il fronte dei “no” da parte dei Comuni

Hanno già espresso il loro parere negativo il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, quello di Montelupone Rolando Pecora e il presidente del consiglio comunale di Corridonia Nelia Calvigioni

Immagine di repertorio

MACERATA – Nuova discarica in provincia di Macerata: il fronte dei “no” dei sindaci sulla nuova costruzione dell’impianto rifiuti. L’avvio di un percorso per individuare le possibili nuove sedi della discarica nel territorio è partito alcuni anni fa per aggiungere un secondo impianto a quello esistente e in funzione di Cingoli, che è prossimo alla chiusura per esaurimento. Sono quindi stati incaricati dei tecnici di redigere dei criteri che consentissero una scelta oggettiva e tra i comuni individuati ci sono quello di Corridonia, Recanati, Camerino, Pollenza, Sant’Angelo in Pontano, Macerata.

Sul fronte dei no il sindaco di Montelupone Rolando Pecora che ha precisato che anche la sua città «risultava interessata dal Piano con cinque possibili sedi. Nella discussione, faticosa e intensa, ho rappresentato le nostre considerazioni. Non ci si può sottrarre al dovere di concorrere alla gestione del problema rifiuti: tutti devono fare la loro parte. Proprio per questo dovrebbe però valere il principio per cui chi ha già dato non sia penalizzato all’infinito. Per questo abbiamo dimostrato che Montelupone ha recentemente ospitato una discarica (Montelupone – Morrovalle) a servizio della provincia. Grazie al lavoro fatto allora, oggi abbiamo ottenuto dall’assemblea dei sindaci e dalla Provincia che il nostro paese venga escluso dalla lista delle possibili sedi di futura discarica» ha concluso il primo cittadino.

Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia

Sul fronte del no anche Camerino. «Le popolazioni colpite dal sisma non possono subire anche questo disagio. Ribadiamo il nostro no nei confronti della discarica su questi territori – ha detto il sindaco Sandro Sborgia –. Mi sono già espresso in merito all’ultima riunione ATO 3 Macerata. All’assemblea – si possono leggere i documenti e le delibere – abbiamo espresso il nostro voto contrario e manifestato la necessità di escludere i Comuni del cratere dai luoghi idonei per la realizzazione della discarica, ma questa richiesta non è stata minimamente considerata dall’assemblea che ha bocciato, purtroppo, l’emendamento. Già nel 2011 la Provincia aveva spiegato la necessità di individuare un Comune dell’entroterra, scegliendo Cingoli, dopo Potenza Picena (in cui era stata realizzata una discarica di 90 mila metri cubi) e Tolentino (con una discarica da 125 mila metri cubi). A Cingoli la discarica è di 450 mila metri cubi. Una volumetria che potrebbe soddisfare le esigenze dell’entroterra per 30 anni se non fosse che lì vengono smaltiti i rifiuti di tutta la provincia, e non solo, perché arrivano anche quelli di Loreto».

«Non si può non notare che 5 Comuni in provincia generano più rifiuti indifferenziati rispetto agli altri 50. I criteri sui quali si basa l’individuazione dei siti idonei alla realizzazione della discarica sono privi di base scientifica – prosegue Sborgia -. A partire dai tempi di percorrenza dall’impianto Cosmari che sono quelli che incidono maggiormente sui costi sia in termini economici che d’inquinamento ambientale prodotto dai mezzi in movimento. Ebbene, i tempi di percorrenza sono calcolati con l’applicazione Google Map ipotizzando di percorrere la strada in auto, quando invece sono utilizzati bilici con decine di tonnellate a bordo. I tracciati presi in considerazione spesso non sono percorribili dai mezzi utilizzati per trasportare i rifiuti. Si dà, inoltre, peso alla forma geometrica e alla grandezza dell’area di discarica arrivando a privilegiare aree superiori a 130 ettari: altro parametro del tutto inventato perché per una discarica come quella di Cingoli bastano 10 ettari. Ciò fa pensare che si voglia fare una gigantesca discarica o che sia un trucco per favorire aree meno popolate, come le nostre, dove gli spazi sono più ampi. In ultimo non è stato tenuto in considerazione che le discariche non possono essere realizzate in aree sismiche in categoria 1, secondo la legge 64 del 1974. Anche in questo caso abbiamo inviato un resoconto completo perché le carte di pericolosità sismica non sono state aggiornate dopo il terremoto del 2016 quindi ci sono le condizioni affinché molti Comuni dell’entroterra non dovrebbero più risultare in seconda categoria. Inviata una nota all’assemblea che riguarda il Comune di Camerino, non è stata minimamente presa in considerazione. A questo punto – conclude il sindaco – siamo disposti a ricorrere anche all’autorità giudiziaria pur di non far realizzare la discarica».

Anche a Corridonia il presidente del consiglio comunale Nelia Calvigioni ha chiesto chiarimenti al primo cittadino Paolo Cartechini. «Ho saputo che il Comune di Corridonia è tra i primi con maggiori preferenzialità per costruire la discarica provinciale – ha commentato la Calvigioni -. Non avendo ricevuto nessuna comunicazione dal sindaco nei due consigli comunali del 3 e del 9 luglio, ho chiesto con Pec tutte le informazioni in merito ai sei siti classificati idonei; ci sono troppe criticità per la viabilità e non potrà essere a Corridonia» ha concluso la Calvigioni.

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