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“Nessuno tocchi Pergolesi”

Un referendum per tentare di bloccare l'arretramento del monumento al compositore jesino nell'omonima piazza. A chiederlo è un comitato guidato da noti personaggi cittadini. Ma il sindaco Bacci non ci sta: «Trovo francamente bizzarro che tra i firmatari di questa proposta di referendum vi siano anche ex consiglieri che avevano responsabilità amministrative quando quel progetto veniva scelto ed approvato»

Il monumento dedicato a Giovan Battista Pergolesi e sullo sfondo la chiesa delle Grazie
Il monumento dedicato a Giovan Battista Pergolesi e sullo sfondo la chiesa delle Grazie

JESI – Gara d’appalto al via per la riqualificazione complessiva di piazza Pergolesi. Inizio lavori presunto: autunno. Importo a base d’asta: 741 mila euro. Ma c’è chi alza le barricate. A guidare la protesta, l’ex sindaco Vittorio Massaccesi che – con il neo comitato “Nessuno Tocchi Pergolesi” – propone un referendum abrogativo della relativa delibera di Giunta, al fine di bloccare l’arretramento del monumento al compositore jesino. Con lui, gli ex sindaci Gabriele Fava e Marco Polita, oltre al presidente della Fondazione Carisj Alfio Bassotti e il già vice presidente di Banca Marche, Federico Tardioli, il segretario del Pd, Pierluigi Santarelli assieme ai compagni di partito, nonché potenziali candidati sindaco, Rosa Meloni, Osvaldo Pirani ed Ero Giuliodori.

La proposta di referendum

“Siete favorevoli che debba essere respinto il progetto relativo allo spostamento del monumento a Giovanni Battista Pergolesi, eretto presso la piazza omonima nel 1910?”: questo il quesito dell’eventuale referendum che un Comitato di tre garanti, previsto dallo Statuto comunale, dovrà dichiarare o meno ammissibile. Qualora la richiesta venisse accolta, il comitato promotore avrà 60 giorni di tempo per racimolare le 2 mila firme necessarie all’indizione di un referendum, al costo di  8 mila euro («Senza oneri per il Comune», promette Massaccesi).

«Tra gli obiettivi principali che questa Amministrazione si è data all’atto del suo insediamento vi era quello di una generale riqualificazione del centro storico, le cui critiche condizioni erano note a tutti: desolatamente vuoto, con troppe saracinesche abbassate, con scarsissime attività di aggregazione ed ancor meno spazi ed eventi pubblici». Ad affermarlo è il sindaco Massimo Bacci: «In quella riqualificazione – prosegue Bacci – avevamo anche contemplato un migliore arredo urbano, visto che Jesi era rimasto e continua ad essere uno dei pochi Comuni in Italia dove il cosiddetto “salotto buono” della città è ricoperto da un grigio, logoro, antiestetico manto d’asfalto. Abbiamo ereditato un progetto della vecchia Amministrazione, con un iter amministrativo vincolante sia nelle scelte progettuali che nei progettisti.

Le scelte dell’Amministrazione

Al di là del fatto che tornare indietro rispetto a quelle scelte avrebbe avuto una ricaduta economica pesante sulla città, con l’impossibilità di riqualificare l’intero Corso Matteotti e le Piazze che vi si affacciano, questa Amministrazione ha scelto di condividere quelle scelte con la città. Ed infatti non la vecchia Amministrazione (come avrebbe dovuto fare), ma noi lo abbiamo presentato pubblicamente. E l’abbiamo fatto non l’altro giorno, ma addirittura nel marzo 2013, con tanto di rendering di Corso Matteotti e Piazze riqualificate che hanno ottenuto generali consensi. E su questo progetto ci siamo impegnati a trovare quelle risorse che erano state sì promesse, ma non ancora assegnate. E che, ripeto per l’ennesima volta, non possono essere in alcun modo destinate ad altri interventi. Per questo -conclude il sindaco di Jesi- trovo francamente bizzarro che tra i firmatari di questa proposta di referendum vi siano non solo molti rappresentanti di primo piano di quel Pd padre putativo del progetto, ma anche ex consiglieri che avevano responsabilità amministrative quando quel progetto veniva scelto ed approvato».

Il progetto

«Smantellamento del giardinetto e dilatazione dello spazio pubblico adiacente al Corso». È quanto prevede il progetto della nuova piazza Pergolesi approvato dalla giunta Bacci nell’ambito della riqualificazione complessiva di Corso Matteotti e piazza della Repubblica, il cui investimento totale ammonta a € 5.230.568 (€4.243.968 a carico del Comune e €986.600 a carico della Multiservizi). «Attorno all’edificio di San Nicolò – si legge nella documentazione tecnica – è prevista la sostituzione della pavimentazione esistente in ciottoli di fiume e il rifacimento con pavimentazione analoga a quella esistente. Il progetto in questo modo tende a focalizzare l’attenzione sulla chiesa, grazie anche alla differenziazione delle pavimentazioni in prossimità dell’edificio. In tal modo si crea una piazza fruibile attorno ad esso, senza ostacoli e con un maggior numero di punti di vista. Il lato perpendicolare al corso è occupato da una nuova edicola per la vendita dei giornali che, strategicamente allontanata, permette ancora una volta un utilizzo più ampio dello spazio. E’ prevista la rimozione dell’asfalto, delle aiuole e delle specie arboree esistenti non autoctone, e la piantumazione di nuove specie ad alto fusto che costituiscono un filtro verso l’area carrabile retrostante». Si provvederà quindi «a rimuovere gli inadatti e antiestetici cipressi (dell’Arizona) e ad arretrare, oltre all’edicola, il Monumento a G.B.Pergolesi al fine di consentire un’adeguata fruizione della nuova piazza (dando maggiore visibilità della Chiesa di San Nicolò)».

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